“Non dobbiamo pensare a robot che si battono sul campo di battaglia. Una guerra si può vincere con un’ape programmata per far fuori un dittatore. E non sarà qualcosa del mondo di domani, ma nei prossimi 5-10 anni. Il problema vero emergerà quando le macchine potranno fare attacchi preventivi”. Stefano Mele, direttore dell’osservatorio Tecnologie emergenti dell’Istituto italiano di studi strategici ‘Niccolò Machiavelli’ e socio fondatore della Moire Consulting Group, ad Agi spiega il senso delle parole del presidente russo Vladimir Putin, che ha detto che “Chi governerà l’intelligenza artificiale, governerà il mondo”. Non un’esagerazione, spiega. Lo dimostra anche il fatto che Elon Musk, fondatore di Tesla e SpaceX e tra gli imprenditori più visionari del XXI secolo, abbia preso molto sul serio la frase di Putin, commentando: “Sta cominciando”, riferendosi ad uno scenario in cui le guerre saranno combattute da supercomputer. Con effetti inimmaginabili.
Putin non esagera quindi quando dice che chi la governerà governerà il mondo di domani.
“Affatto. Chi sarà capace di sviluppare o potrà comunque disporre dei migliori algoritmi di intelligenza artificiale non dominerà il mondo di domani, ma il mondo del futuro a noi più prossimo. Parliamo di una finestra temporale di 5, massimo 10 anni. L’intelligenza artificiale, infatti, non impatterà solo il settore militare, ma tutti i settori, a cominciare da quello economico e finanziario, come già oggigiorno sta accadendo. Penso, infatti, all'utilizzo di algoritmi sempre più sofisticati nel mondo dei mercati finanziari e della compravendita di titoli azionari. E' chiaro, però, che un conto è applicare queste tecnologie alle speculazioni in borsa, un altro è usare l’intelligenza artificiale per provare a vincere una guerra”.
Cosa potrebbe succedere in uno scenario di guerra dominato dall’intelligenza artificiale?
“Putin non ne ha parlato chiaramente, ma ci ha pensato Musk in un tweet. Il pensiero di Musk è che la competizione per la superiorità nell'intelligenza artificiale a livello delle nazioni sarà molto probabilmente la causa di una terza guerra mondiale, soprattutto quando la guerra non sarà più decisa dai leader dei paesi, ma da un'intelligenza artificiale che valuterà un attacco preventivo come la mossa più probabile per arrivare alla vittoria. L’ipotesi che al momento desta più preoccupazione, infatti, è quella di vedere presto dei sistemi di arma completamente autonomi in grado calcolare, attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, la pericolosità di uno scenario di conflitto e decidere o meno per un attacco militare, sia esso preventivo o no. Decidere, quindi, tra la vita e la morte di un essere umano”.
E un’intelligenza artificiale come fa la guerra?
“La chiave di tutto è ciò che oggi noi chiamiamo Big Data. Quest'ultima fase di evoluzione della rete Internet, che idealmente va dall'esplosione del cosiddetto Web 2.0 ad oggi, ha reso possibile la produzione e l’accumulo di una mole di dati sconfinata. Si tenga presente, ad esempio, che si stima che Google riesca ad indicizzare solo una bassissima percentuale di ciò che realmente è presente all'interno della rete Internet. Tuttavia, questi dati in sé hanno uno scarso valore se non si è capaci - ancora una volta attraverso degli algoritmi - di estrarre da questo mare magnum delle informazioni utili. La vera arma, quindi, è saperli raccogliere, leggere, processare e fare previsioni. Davvero vogliamo credere che il vero obiettivo della NSA americana sia quello di intercettare per tempo l'sms di qualche terrorista? Io non credo, il vero obiettivo è quello di riuscire ad accumulare il maggior numero possibile di dati, di metterli in relazione, di analizzarli e di estrarre delle previsioni che possano far comprendere la piega che prenderanno i principali eventi. Anticiparli, quindi, e decidere prima che gli eventi si avverino”.
Questo è quello che teme Musk. Ma alla fine a decidere saranno sempre persone, capi di stato, generali, qualcuno deciderà un attacco anche in futuro.
“Pensare così significa ragionare - giustamente - con le logiche mentali attuali, quelle di chi vive nel 2017. Ma in futuro l’automazione sarà totale. E' molto probabile, quindi, che arriverà presto un momento in cui verrà semplicemente detto alle macchine: siamo in guerra, vinciamola. E lì partirà la loro azione alla ricerca del metodo militare migliore per raggiungere quell'obiettivo. Il tutto con regole di inganno già pre-impostate, o sarebbe meglio dire pre-programmate. Saranno droni armati completamente autonomi, saranno robot che sostituiranno soldati. Saranno tutte macchine programmate per vincere. E, semplificando, vincerà chi avrà alla base del suo esercito l'algoritmo di intelligenza artificiale migliore, quello capace di elaborare più in fretta le informazioni e prendere le decisioni migliori. Questo è quello che si può intravedere all'orizzonte facendo scenari evolutivi attraverso i dati attuali”.
"Arriverà un momento in cui le guerre le decideranno le macchine. A loro verrà detto, vinciamo la guerra. E loro faranno di tutto per vincerla"
Una guerra senza generali sul campo.
“E’ probabile che in un futuro ancora lontano rispetto a noi si faranno guerre senza soldati sul campo. Oggi, però, è importante non pensare solo ad immaginare questi scenari così futuristici. Già tra qualche anno, ad esempio, un insetto robot a forma di ape con un pungiglione infettato di un potente veleno potrebbe essere guidato dal suo algoritmo di intelligenza artificiale per volare in una determinata area alla ricerca visiva dei pattern di riconoscimento facciale di un capo di stato. Cercalo, pungerlo e ucciderlo. Tutto autonomamente. Tutto facile, salvo errori sulla persona, ovviamente!”.
Tornando a Musk, ha quindi ragione quando dice che il dominio dell’intelligenza artificiale sta iniziando?
“Sì, sta iniziando. Non è ancora una realtà, ma lo sarà a breve e non solo nel campo militare”.
Putin però parla di droni e che chi vincerà una guerra con i droni vincerà le guerre. Perché?
“Già oggi i droni sono degli strumenti militari armati. Non sono armati ma mostrano cosa può o deve essere attaccato. In un certo senso ‘decidono’. In futuro saranno anche armati e dalla seconda guerra mondiale tutte le guerre sono guerre aeree. L’intelligenza artificiale è stata applicata a quegli strumenti finora, e finora hanno determinato le guerre”.
Insomma Putin ha ragione, Musk ancora di più.
“Sia Putin che Musk vedono molto bene e anche molto lontano. Quello degli algoritmi e dell'intelligenza artificiale è uno dei temi principali del presente e ovviamente sempre più del futuro. E', anzi, il tema fondamentale per il futuro delle nazioni. Peccato che in Italia, a differenza della Germania, ci sia la più totale ignoranza e il più completo disinteresse”.
@arcangeloro