E’ tornata con i piedi – letteralmente – per Terra Peggy Whitson, l’astronauta dei record che con i suoi 665 giorni nello spazio ha battuto ogni altra donna al mondo per tempo di permanenza tra le stelle. Solo in questa ultima missione ha trascorso 288 giorni sulla Stazione spaziale internazionale, in compagnia anche dell’italiano Paolo Nespoli.
Touchdown! @AstroPeggy, @Astro2Fish & Russian crewmate land on Earth after 136 days in space; 288 days for Peggy: https://t.co/mzKW5uDsTi pic.twitter.com/SiylBnuJLG— NASA (@NASA) 3 settembre 2017
Insieme al collega americano, Jack Fischer, e al russo, Fyodor Yurchikhin, è atterrata nelle steppe desertiche del Kazakistan con la navicella Soyuz, poco dopo l’alba di domenica scorsa. Arrivata a terra, le sono stati consegnati un paio di occhiali da sole, le è stato preso il battito cardiaco e ha ricevuto un mazzo di fiori di “bentornata”.
La Whitson non è solo la donna che ha trascorso più tempo nello spazio, ma anche la più 'vecchia', con i suoi 57 anni, e quella che ha avuto il maggior numero di ‘passeggiate’ spaziali (10). Prima di ridiscendere sul nostro pianeta, i tre hanno salutato i colleghi rimasti sulla Stazione spaziale internazionale, il cui comando è passato a Randy Bresnik. “Siamo in debito con voi per la suprema dedizione che avete dato alla missione umana di esplorazione”, ha commentato, prima di augurare buona fortuna con un elogio speciale alla fine per la Whitson, definita “la ninja americana dello Spazio”.
“Mi sento benissimo”, ha detto lei, durante un’intervista lunedì.”Adoro lavorare lassù, è uno dei lavori più gratificanti che abbia mai fatto”. Nel corso della sua terza missione di oltre nove mesi, la biochimica ha eseguito moltissimi esperimenti, compresi studi sul tessuto polmonare canceroso e le cellule ossee. “Non vedo l’ora - ha aggiunto in un’altra intervista – di incontrare amici e la famiglia. Ma la cosa alla quale ho pensato di più, sul quale ho fantasticato un po’, è il cibo che voglio preparare, le verdure che voglio cuocere, le cose che mi sono mancate lassù”.
Cresciuta in una fattoria nell’Iowa, fin da piccola era rimasta affascinata dal programma Apollo che aveva portato l’uomo nello Spazio, ma aveva atteso fino all’arrivo della prima astronauta donna per fare richiesta. Entrata nel programma spaziale nel 1996, è stata la prima donna a comandare una stazione spaziale e anche la prima non-pilota a guidare il Corpo Astronauti della Nasa.
Facendo tesoro dei consigli ricevuti nel suo viaggio, la Whitson spera ora che “un giorno quei giovani faranno lo stesso e guardino indietro a una vita in cui hanno colto le opportunità e superato i loro stessi record”.