La questione del muro tra Stati Uniti e Messico continua ad animare il dibattito politico americano. In un convegno a Phoenix, il presidente Donald Trump è tornato a ripetere che "in un modo o nell'altro avremo il muro". Un muro, ha sottolineato, "bello e grande".
"One way or the other, we’re going to get that wall," says Trump, threatening a shutdown https://t.co/RFQ1DO3aTo pic.twitter.com/pZXiHGXGbv
— Bloomberg TV (@BloombergTV) 23 agosto 2017
"Se sarà necessario faremo chiudere il governo", ha addirittura minacciato, riferendosi al rifinanziamento del bilancio che deve essere approvato entro il 1 ottobre se non si vuole rischiare lo shutdown, come successe nel 2013 al predecessore Barack Obama.
Secondo Politico, l'inquilino della Casa Bianca ha detto ai suoi consiglieri che non accetterà accordi su nessun altro tema se non ci saranno i soldi per il muro. "Che siano soldi veri" e sebbene non abbia specificato quanti, "a sufficienza per iniziare i lavori di costruzione". Per Trump, il tema è centrale, molto più di altre questioni, perché sa che questa battaglia è molto sentita dalla base e non vuole fare passi indietro.
Durante la sua visita in Arizona, il presidente si è recato al confine a Yuma, ispezionando l'equipaggiamento a disposizione della polizia, compreso un elicottero e una barca.
A marzo, il dipartimento dell'Homeland Security aveva pubblicato il bando per gli appalti, indicando i parametri per la barriera da costruire: dovrà essere alta almeno 9 metri (anche se in alcuni casi potrà scendere a 5-6) e profonda nel terreno fino a due in modo da bloccare eventuali tunnel, da tempo usati dai contrabbandieri. Dovrà scoraggiare l'uso di corde o scale e resistere ad attacchi con fiamma ossidrica, picconi e altri strumenti meccanici.
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Guerra di cifre sui costi
Quanto al costo, Trump voleva che fossero i messicani a pagare ma l'idea è inverosimile e su questo punto non si è più tornati, assumendo che sarà Washington a tirare fuori i soldi. Ma sulla cifra richiesta e quella che servirà in totale per realizzare l'opera non sono state date specifiche. Il presidente aveva ipotizzato durante la campagna elettorale 12 miliardi di dollari, per il Congresso sarebbero 15 ma c'è un rapporto interno che ne cita oltre 22, senza contare gli eventuali espropri di terreno necessari alla costruzione.
A fine giugno, il presidente aveva ipotizzato di rivestire il muro di pannelli solari in modo da recuperare i costi dall'energia solare. L'idea fantasiosa, che aveva presentato come sua, sarebbe in realtà arrivata dalla Gleason Partner che in un'intervista aveva previsto di ottenere due mega watt di elettricità ogni 1,6 km di barriera, sufficiente per i bisogni di 350 abitazioni.