Sta nei primi fotogrammi coi ciliegi in fiore l'effimera bellezza della natura, di una città e degli uomini che l'abitavano nella totale inconsapevolezza di una immane tragedia che dieci anni e quattro mesi dopo - il 6 agosto 1945 - li avrebbe distrutti quasi tutti.
E' fra il 3 e il 4 aprile del 1935 che il signor Genjiro Kawasaki gira un filmato a Hiroshima, in 16 millimetri e senza sonoro, indugiando sullo splendore degli alberi di sakura - ineludibile in quella stagione - e sulla vita febbrile di una città dove tutto però appare ordinato: i tram, le rare automobili, i ciclisti, la gente che attraversa e che attende agli affari. Le donne sono in kimono che il bianco e nero fa immaginare dai colori assai belli, mentre fra gli uomini prevale la moda occidentale. Approfittando della primavera, c'è chi si diverte pescando o a fare un giro in barca.
I ponti Aioi e Motoyasu, proprio dove sarebbe caduta la bomba 'Little Boy', la zona di Hatchobori sono i luoghi che filmò Kawasaki, con mano amatoriale che rende forse per questo più toccanti le immagini - tre minuti e nove secondi - dei volti, dei negozi presumibilmente prosperi, di ragazzini che negli stessi giorni di dieci anni dopo sarebbero stati soldati morti o vivi del Sol Levante in guerra.
Il video, digitalizzato e restaurato, era inedito ed è stato diffuso dal Museo Memoriale della Pace di Hiroshima, che rivendica gli sforzi per preservare e salvare dal deterioramento le rare testimonianze della città prima di 'quel giorno'. Questa rarità, e questi sforzi, bastano per valutare quale fu la distruttività della bomba americana, anche per la memoria civile di chi non fu tra i centomila uccisi, sull'istante o dopo, dall'atomica e dalle radiazioni.
Il signor Kawasaki donò il filmato al Museo nel 1963, dove rimase conservato prima di restaurarlo con le sue immagini di vita felice.