Il rogo di Grenfell a Londra era stato annunciato. Può suonare come una banalità, ora che i 27 piani del condominio nella zona ovest di Londra sono un tizzone fumante, ma davvero per quasi tre anni e mezzo la voce dei residenti si è levata per denunciare carenze nella sicurezza e, più nel dettaglio, il continuo pericolo di incendi. Oggi suona come la voce di una Cassandra inascoltata, un sinistro presagio, il post del blog Grenfell Action Group che a novembre 2016 diceva: "Solo un evento catastrofico esporrà l'incompetenza del nostro padrone di casa, il KCTMO (Kensington and Chelsea TMO management che gestisce 10mila appartamenti), e metterà fine alle pericolose condizioni di vita e alla negligenza della legislazione sulla salute e la sicurezza che incombono sui loro inquilini".
"Solo un incidente con gravi perdite di vita dei residenti di KCTMO porterà alla luce le pratiche maligne di questa organizzazione che non funziona" si legge ancora nel blog che ricorda come nella Torre di Grenfell nel 2013, ci fossero stati incidenti causati da cavi elettrici difettosi e che nell'ottobre del 2015 nella Adair Tower di Kensington Nord, un edificio di 14 piani della KCTMO, si sviluppò un incendio in cui rimasero intossicati alcuni inquilini. Solo il pronto intervento dei vigili del fuoco aveva impedito conseguenze più gravi.