Da Roma a Montreal, l’ingresso della società californiana Uber nel settore dei trasporti pubblici non di linea è stato accolto da ondate di proteste e accuse di concorrenza sleale. Ovunque a eccezione di Innisfil, cittadina a nord di Toronto, che ha lanciato questa settimana un progetto pilota da 100mila dollari canadesi (circa 65.800 dollari) affinché Uber funzioni come mezzo di trasporto pubblico locale. Il piccolo centro che conta 36mila abitanti è servito solo da una linea regionale di autobus che effettua una fermata a Innisfil, ma all’interno della città non è possibile spostarsi con mezzi pubblici. Una volta terminato l’esperimento (e raccolto i dati sulla mobilità) l’amministrazione valuterà se e in che modo mettere a punto una rete di trasporto pubblico il cui costo, secondo i calcoli effettuati in passato, ammonterebbe a 600mila dollari canadesi (394mila euro) solo per il primo anno e 300mila dollari canadesi (197.430 euro) per i successivi. Una spesa non sostenibile per le casse dell’amministrazione comunale. Un’altra ipotesi è quella di proseguire con il servizio di Uber. Oppure studiare una linea autobus che colleghi solo i luoghi più frequentati.
Come funzionerà e quanto costerà spostarsi con Uber
Da questa settimana, per spostarsi comodamente in città, agli abitanti di Innisfil basterà aprire l’app di Uber, inserire i dati della propria carta di credito e prenotare il servizio. I meno ‘digitalizzati’ potranno inviare un messaggio. Il costo della corsa è di 5 dollari canadesi (3,2 euro): la stessa tariffa di un biglietto autobus nella città di Toronto. La differenza, spiegano le autorità di Innisfil, è che nella cittadina il servizio è porta a porta. E proprio come avviene sui mezzi di trasporto pubblici, l’auto va condivisa con altre persone dirette nello stesso posto. Il numero degli autisti Uber è sufficiente a soddisfare la domanda. E il lunedì mattina, quando il traffico raggiunge il picco, l’attesa dell’auto prevista è di 6-8 minuti massimo.
L’idea da un passaggio in auto
L’idea di un servizio taxi pubblico è arrivata al funzionario dell’amministrazione di Innisfil, Jason Reynard, dopo aver offerto un passaggio a una concittadina. Una mattina della scorsa estate, Reynard era alla guida della sua auto quando ha incontrato per strada una ragazza con indosso una maglietta del supermercato in cui lui stesso stava andando a fare spesa. Ha pensato così di darle un passaggio. “Un tratto che io ho percorso in 7 minuti di auto, a lei sarebbe costato due ore di cammino”. Arrivato in ufficio Reynald ha raccontato il fatto ai suoi colleghi e da lì è nata una discussione sulla possibilità di offrire n servizio simile in sostituzione di una rete di trasporto pubblico.
Perché ha vinto Uber
Al bando di gara organizzato dal comune si sono presentate diverse compagnie di taxi locali. Alla fine l’ha spuntata Uber, non senza polemiche: Manjot Saini, titolare della società nuova di zecca, Global Taxi Innisfil, ha spiegato al New York Times di aver offerto per una corsa 50 centesimi in meno rispetto al gigante californiano, ma di essere stato scartato. “Mi hanno detto che Uber è migliore sotto il profilo tecnologico”, ha dichiarato. La conferma è arrivata anche dall’amministrazione comunale: “E’ in grado di adattare l’app per smartphone alle necessità degli abitanti di Innisfil”, hanno spiegato al NYT.
Le proteste dei tassisti locali
Saini non è l’unico a mostrarsi contrariato per l’ingresso di Uber nel mercato. Secondo Syed Hassan, manager di Barrie Taxi Cab Services, l’impatto sulla sua compagnia, che incassa 150mila dollari all’anno dalle corse di Innisfil, sarà devastante. La risposta del comune non si è fatta attendere: è allo studio una modifica delle norme che regolano il servizio taxi per permettere ai titolari di auto di offrire corse a prezzi competitivi.
Le altre partnership del colosso Usa
Negli ultimi due anni Uber ha siglato una quarantina di accordi in ogni parte del mondo per servizi di trasporto pubblico non di linea. In tutti i casi si è trattato di un’integrazione dell’offerta in alternativa agli autobus e metro già esistenti. La partnership con Innisfil è un caso unico che rappresenta una piccolissima parte del business di Uber “ma in crescita”, ha spiegato al quotidiano di New York Andrew Salzberg, direttore di ricerca e politiche di trasporto del colosso statunitense.