Il presidente nigeriano, Muhammadu Buhari, ha promesso sostegno alle 82 studentesse liberate sabato da Boko Haram dopo tre anni di sequestro, in un incontro svoltosi nella serata di domenica a Abuja. Nel colloquio nella residenza presidenziale, a cui non sono stati ammessi i giornalisti, Buhari ha promesso alle giovani che "sarà fatto di tutto per reintegrarle nella società' e che supervisionerà personalmente la loro riabilitazione e la ripresa degli studi.
Libere in virtù di uno scambio con gli jihaidisti
Lo stesso presidente, poche ore prima, aveva riferito che il rilascio è il frutto di uno scambio con il gruppo jihadista che dopo un negoziato ha portato alla contestuale scarcerazione di alcuni sospetti militanti islamici, con la mediazione della Croce Rossa Internazionale. Le 82 ragazze nigeriane facevano parte di un gruppo di 276 studentesse di età compresa fra i 16 e i 18 anni, per lo più cristiane, che il 15 aprile 2014 furono rapite nel dormitorio femminile di una scuola di Chibok, nello Stato nord-orientale del Borno. Il loro sequestro ha avuto un'eco mondiale al punto che c'è stata una mobilitazione internazionale per chiederne il rilascio. Altre 57 ragazze erano riuscite a fuggire poco dopo il sequestro e 21 erano state rilasciate in seguito, pare in uno scambio di prigionieri con 4 guerriglieri di Boko Haram, nell'ottobre scorso. Ora in mano ai terroristi ne resterebbero 113.
Un bambino nato durante il sequestro
Da Maiduguri, nel Borno roccaforte di Boko Haram, le ragazze liberate al confine con il Camerun sono state portate a bordo di sei elicotteri ad Abuja, dove sono state subito sottoposte a visite mediche dopo il benvenuto del capo di gabinetto del presidente, Abba Kyari, che le ha definite "le nostre sorelle". Sono apparse tutte molto provate e una di loro aveva anche un bambino di meno di due anni, nato quindi mentre era sequestrata. Da quanto si sa, le ragazze sono state costrette a convertirsi all'Islam e in molti casi anche a sposare i loro aguzzini.