Più Hansel e Gretel che Libro della Giungla. Si sgonfia il mito della "bambina cresciuta tra le scimmie": "Mowgli Girl", in realtà, non è cresciuta nella giungla, ma vi è stata abbandonata di recente, come spiega il corrispondente dall’India del Guardian.
La verità spiegata dai medici dell'ospedale
Secondo precedenti versioni della vicenda la bambina sarebbe stata inizialmente ritrovata in mezzo ad un branco di scimmie nella giungla della riserva naturale di Katarniaghat, nello stato di Uttar Pradesh, dove gli animali erano riusciti a scacciare i taglialegna che volevano recuperarla. Successivamente un poliziotto sarebbe riuscito a sottrarla dai primati e portarla in ospedale.
I quattro elementi che smontano la 'favola'
- Non è cresciuta nella giungla
- Non viveva con le scimmie
- Non parla per via di un ritardo psichico
- Potrebbe essere stata abbandonata dalla famiglia
Il dottor JP Singh, medico del nosocomio dove è stata ricoverata, ha ora chiarito che la piccola non è stata mai vista tra gli alberi, né in mezzo alle scimmie, ma nei pressi della riserva, con animali nei dintorni ma non proprio insieme a lei. E che non è possibile che abbia vissuto troppo tempo in mezzo a loro: non sarebbe sopravvissuta. Tra l’altro la foresta è sorvegliata da telecamere e guardie, che l’avrebbero sicuramente individuata da tempo.
L’ipotesi fatta dai medici dell’ospedale in cui era stata ricoverata è che la bambina, a cui viene attribuita un’età tra gli 8 e gli 11 anni a seconda delle fonti, soffra di disabilità fisica e mentale. E che per questo motivo sia stata di recente lasciata dalla famiglia nei pressi del parco naturale.
Un’attivista per i diritti dell’infanzia, Ranjana Kumari, ritiene che possa essere stata abbandonata anche per via della preferenza che le famiglie indiane povere danno ai figli maschi.
Eshas viene già reclamata da qualcuno
Nel frattempo la bambina è stata rinominata Eshas e portata in una casa di cura per disabili, riferisce l’Hindustan Times. E secondo l’Indian Express si sarebbe fatto vivo un uomo che dichiara di essere uno zio e di averne perso le tracce nel marzo del 2016. Ma i medici non sono stati convinti e gli hanno chiesto di tornare con delle prove.