I numeri della crisi umanitaria in Siria
I numeri della crisi umanitaria in Siria

I numeri della crisi umanitaria in Siria

Siria 
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La guerra a scuola

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  • 255 dei bambini uccisi nel 2016 (652) si trovavano a scuola o nelle sue vicinanze.
  • 1 milione e 700mila non possono più frequentarla.
  • Una scuola su tre è inutilizzabile, alcune sono occupate da gruppi armati.

I sei anni di guerra civile siriana in numeri:

  • Morti: tra le 310.000 e le 440.000 (100mila civili, 20mila bambini, 10mila donne)
  • Sfollati: 11,5 milioni (quasi la meta' della popolazione siriana prima della guerra).

La Siria oggi

La situazione geopolitica

  • Russia -La guerra in Siria ha testimoniato il ritorno prepotente sulla scena internazionale della Russia - contestuale ad un parziale declino americano -, dopo due decenni di relativa marginalità. Sono del 2015 i primi raid aerei di Mosca, a sostegno dell'Esercito siriano e delle milizie di Hezbollah. Da quel momento Damasco recupera parti importanti del territorio - la "spina dorsale" siriana, da Damasco ad Aleppo - che oggi controlla. La Russia è intervenuta in Siria su richiesta del regime, ed il suo intervento si spiega sopratutto con la necessità di preservare l'unico porto che Mosca ha nel Mar Mediterraneo, quello di Tartous. Secondo molti osservatori, tra cui l'ex generale russo Mikhail Khodarenok, le truppe di Damasco sono mal equipaggiate e indebolite da perdite e defezioni, e le offensive di terra vengono portate avanti ormai integralmente dalle milizie del Partito di Dio, da volontari iraniani e iracheni e da compagnie militari private, con il fondamentale sostegno aereo di Mosca, senza il quale probabilmente Bashar al-Assad non sarebbe in una posizione tutto sommato di forza.
  • Iran - Prima della guerra in Siria era un "gigante isolato", si sta affermando come potenza regionale, sia in Iraq che in Siria.
  • La questione curda: i curdi hanno combattuto contro l'Isis e al Qaeda sia in Iraq che in Siria, rafforzando sia la loro rilevanza militare che la loro reputazione agli occhi della comunità internazionale. Sono però divisi: se i curdi iracheni guidati da Masoud Barzani hanno già da anni una certa autonomia amministrativa, e hanno ricevuto armi da russi, americani e iraniani sin da 2014 per combattere l'Isis, quelli siriani e quelli che vivono in Turchia sembrano avere un futuro più incerto. Futuro che dipende sia da quello di Assad e della Siria, che dalla posizione della Turchia, l'altro grande protagonista regionale in questa guerra, che si oppone da sempre all'idea di un'indipendenza curda e che avrà certamente un peso nelle decisioni che verranno prese sul destino di Damasco.

I siriani in fuga

  • 78.000 sono bloccati al confine con la Giordania.
  • Centinaia di migliaia respinti alla frontiera con la Turchia.
  • 640.000 in Siria sotto assedio militare.

Dove si trovano i rifugiati

  • Oltre 1 milione sono ospitati in Libano in campi informali con oltre 1.700 comunità locali coinvolte.
  • Oltre 2,9 milioni di persone si trovano in Turchia.
  • Più di 650 mila in Giordania (di sui solo il 21% sono accolti in campi ufficiali).
  • 230mila in Iraq.
  • 115mila in Egitto
  • 29mila negli altri Paesi del Nord Africa.

Porte chiuse in Usa e Ue

L’emergenza umanitaria

  • 13 milioni e mezzo hanno bisogno di protezione.
  • 5,7 milioni di persone hanno immediato bisogno di aiuto.
  • 4 siriani su 5 vivono in povertà
  • 6,5 milioni di abitanti hanno scarso accesso a beni e servizi primari come cibo e acqua potabile.
  • Dal 2011 c'è stata una perdita economica di 255 miliardi di dollari.


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