La foto di una ragazza, intubata e priva di sensi, in un letto di ospedale: l'immagine è già dura di per sé, ma lo diventa ancor più quando si scopre che su quel letto è morta all'eta di 16 anni, cinque giorni aver tentato di impiccarsi dopo esser stata vittima di bullismo. A postarla, con grandissima fatica, è stato il papà di Julia, Adrian Derbyshire di Worchester, in Inghilterra, nel giorno in cui la figlia avrebbe compito 18 anni.
Un gesto sofferto per denunciare le vessazioni e gli abusi subiti dalla giovane e invitare a riflettere sul dramma del bullismo. "Julia voleva solo essere amata e accettata", ha raccontato. La tragica storia ha inizio quando Julia ha appena 13 anni e studia in Missouri, negli Stati Uniti. Un giorno parla a un'amica della sessualità e l'amica racconta le sue confidenze a tutta la scuola. E' l'inizio di un lungo incubo: Julia viene insultata, presa in giro e abusata dai compagni, sui social e fisicamente. Alla fine decide di tornare in Inghilterra a vivere con il padre ma quei fantasmi non smettono di torturarla: continuava a collegarsi con i forum che erano diventati la sua gogna per spiegare che lei era "una grande persona" ma l'unico effetto fu di moltiplicare gli insulti. Fino a quel giorno di ottobre 2015 in cui tentò di impiccarsi, morendo pochi giorni dopo. Negli ultimi due anni Adrian ha incontrato oltre 200.000 bambini e ragazzi per informarli sui pericoli del bullismo online. "Non voglio che un altro genitore debba patire quello che ho patito io", ha raccontato alla Bbc spiegando di aver lanciato la campagna "Sassy", dall'acronimo inglese di 'sostegno contro le ferite auto-inflitte e il suicidio'.
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