Sarà una 'relazione (molto) speciale' come all'epoca di Margaret Thatcher e Ronald Reagan? Il premier britannico, Theresa May, è a Washington per incontrare il nuovo presidente degli Stati Uniti, il primo leader straniero a varcare la soglia della Casa Bianca dell'era Trump. Un appuntamento atteso che servirà a delineare (e chiarire) nuovi equilibri e interessi, alla luce dell'insediamento del presidente repubblicano, ma anche del voto britannico che a giugno ha sancito la volontà dell'isola di uscire dall'Ue.
Brexit e una nuova 'relazione speciale':
Tanti i temi sul tavolo, a cominciare proprio dalla Brexit e dall'assetto futuro delle relazioni tra le due sponde dell'Atlantico, in primis quelle commerciali. Già in un'intervista al Sunday Times, poco prima dell'arrivo alla Casa Bianca, Trump aveva elogiato la scelta di Londra di uscire dall'Ue, assicurando che "presto avremo un accordo commerciale". Non solo. Si era detto convinto che la Brexit sarebbe stata un successo, e che "presto altri Paesi" avrebbero seguito "la scelta di abbandonare l'Unione europea".
Come ricorda Il Sole 24 Ore, "sul piano tecnico, la May potrebbe non poter fare nulla: formalmente il suo Paese fa ancora parte della Ue e non potrà avviare veri e proprio negoziati commerciali con Trump. Su quello politico incasserà invece un “dividendo Brexit” importante: Trump di fatto mantiene la tradizionale relazione privilegiata con la Gran Bretagna, ma in questo caso ha incontrato l'emissario di Londra prima di tutti, persino prima dei Paesi al confine, Messico (il viaggio del presidente Nieto è stato cancellato) e del Canada, come è stata tradizione per le ultime presidenze americane. Il messaggio per l'Europa è forte: ora che Londra è fuori, per noi il Regno Unito diventa più importante di tutti gli Stati europei messi insieme".
Da Putin alla Nato, le distanze tra le due sponde dell'Atlantico:
L'impressione però, sottolinea sempre il quotidiano finanziario, è che "il Regno Unito sia spinto all'asse con l'altra sponda dell'Atlantico soprattutto per motivi tattici". Sono infatti tante le questioni che li vedono su posizioni diverse. Ed è stata la stessa May, ripresa da Rai News 24, a citarne alcune nel discorso tenuto giovedì 26 di fronte ai parlamentari repubblicani Usa a Philadelphia. Si va dai rapporti con il presidente russo Vladimir Putin - con il quale Trump "deve fare attenzione" - al ruolo della Nato, che deve essere riformata ma resta cruciale per la cooperazione contro le minacce globali. "Spesso gli opposti si attraggono" ha affermato sull'aereo che la portava negli Usa, convinta che "insieme possiamo ancora guidare il mondo".
"Il commercio ha generato il legame transatlantico e lo ha rimodellato senza interruzione nel corso di oltre due secoli fino alla stagione della globalizzazione guidata da Washington e Londra sull’onda della vittoria nella Guerra Fredda - scrive La Stampa - Ma ora i nuovi inquilini di Casa Bianca e Downing Street vogliono modificarne le caratteristiche al fine di riportare ricchezza, lavoro e sicurezza dentro le rispettive frontiere. Ovvero, è la necessità di rispondere alle diseguaglianze che genera il nazionalismo economico. L’imminente arrivo alla Casa Bianca di May può porre le basi del primo accordo bilaterale di questa nuova stagione, a cui guardano con interesse tanto Tokyo che Seul, preannunciando un possibile riassetto dei mercati destinato a investire l’Unione Europea".
Per Panorama, "è abbastanza chiaro che per May sarà fondamentale portare a casa un trattato (o una promessa di trattato) di libero scambio bilaterale fra Gran Bretagna e Stati Uniti. Che però deve trovare spazio fra i punti di vista opposti: Trump è stato eletto perché vuole il protezionismo. Sintetizzato nel ripetuto continuamente: “America first”. Mentre la visione di Londra non può che essere quella di un libero commercio planetario, come indicato esplicitamente da May nel discorso di “Hard Brexit”".