Mosca - La nuova 'dottrina russa sulla sicurezza mediatica', firmata lunedì dal presidente Vladimir Putin con l'intento di allertare sui pericoli per la stabilità e la pace che possono arrivare da cyber attacchi e "campagne di disinformazione", trova già applicazione in tanti strumenti messi a punto dal Cremlino. Mosca ha compreso l'urgenza di controllare Internet tra la fine del 2011 e la metà del 2012, sulla scia delle primavere arabe e nei mesi delle forti proteste anti-governative in Russia che, secondo la narrativa ufficiale, sarebbero state fomentate dall'esterno per destabilizzare il Paese. Allora i social media erano stati fondamentali per coordinare le iniziative dell'opposizione e convocare i cittadini alle manifestazioni. Di seguito, alcune misure già prese o allo studio, volte a stringere il controllo sulla Rete e ad arginare il dissenso:
Vkontakte, il Facebook russo
Durante le proteste del 2011-2012, è finito sotto pressione dei servizi segreti russi (Fsb) il giovane Pavel Durov, fondatore ed ex proprietario del Facebook russo, VKontakte. Non cedendo alle richieste delle autorità che volevano la chiusura delle pagine degli attivisti piu' in vista, Durov si è attirato le ire di Mosca e da lì a due anni, dopo liti, polemiche e cause legali, la proprietà del social è passata gradualmente nelle mani di businessmen vicini al Cremlino e Durov è emigrato all'estero.
Le Ong, "agenti stranieri"
Secondo la nuova "dottrina sulla sicurezza mediatica", Stati stranieri stanno cercando di destabilizzare la Russia anche con il coinvolgimento di organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Su questo punto la Russia già 'vanta' dal 2012 una controversa legge che bolla come "agenti stranieri" - espressione che durante l'Unione sovietica equivaleva a spie - le Ong che ricevono fondi dall'estero e che sono impegnate in generiche "attività politiche".
Registro online contro la pedopornografia (e non solo)
Da fine 2012, è in vigore una legge che ufficialmente mira a tutelare i minori e combattere la pedopornografia su Internet e che ha dato a un'agenzia governativa il potere di bloccare siti e pagine ritenute "estremiste". Per molti, l'obiettivo è bloccare i contenuti, soprattutto politici, non graditi al Cremlino.
Alto tradimento, per l'accusa basta l'opinione pubblica
Nel 2012, sono stati varati emendamenti alla legge sull'alto tradimento, la cui definizione legale è stata estesa fino a includere "il provvedere consulenza finanziaria, tecnico o di altro tipo a Stati stranieri o organizzazioni internazionali, dirette a danneggiare la sicurezza della Russia". Prima la legge stabiliva che l'accusa dovesse essere basata su "prove, costituite da documenti e competenze". "Ora, invece, è sufficiente l'opinione di qualche agente dell'intelligence", ha spiegato il giornalista Andrei Soldatov, esperto di servizi segreti e controllo di Internet. Dall'agosto 2014, inoltre, è entrata in vigore una legge che impone forti restrizioni ai social media e che equipara i blogger che hanno piu' di 3.000 lettori al giorno a una testata giornalistica: devono registrarsi presso l'ente federale per i mass media, Roskomnadzor, non possono essere anonimi e devono rispettare la normativa sui media, diventando quindi penalmente perseguibili.
Media e aggregatori di notizie
Sempre nel 2014 è stata approvata una legge, che riduce dal 50% al 20% il tetto delle quote straniere nei media russi, da giornali a periodici, passando per Internet e televisione. Di pari passo, è stato portato avanti un vasto rimpasto ai vertici dei maggiori media, a favore di figure ritenute più fedeli al Cremlino - un esempio su tutti è quello dell'agenzia Ria Novosti - e un potenziamento dei media governativi diretti a un audience internazionale: Russia Today e Sputnik. La Duma russa ha approvato, quest'anno, una legge sulla diffusione delle informazioni da parte degli aggregatori di notizie online (Google News): i proprietari di siti internet e di aggregatori di notizie con traffico giornaliero da oltre un milione di utenti devono verificare la veridicità delle notizie che pubblicano. Il documento prevede anche la rimozione delle informazioni su indicazione di Roskomnadzor.
Youtube
Lo stesso tetto del 20% di proprietà straniera previsto nei media potrebbe essere fissato per le compagnie che offrono online servizi audiovisivi, con contenuti professionali. Per ora si tratta di un disegno di legge presentato alla Duma e che mira principalmente ai servizi di film in streaming, ma che colpirebbe anche YouTube, in quanto diffonde sia contenuti professionali, che amatoriali e non vi è possibilità di separare gli uni dagli altri.
Il pacchetto anti-terrorismo (o legge Yarovaya)
Da tempo, il Cremlino tenta di costringere Facebook, Twitter e Google a spostare i propri server in Russia con il pretesto di proteggere i dati personali degli utenti russi contro l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale americana (Nsa). Dal settembre 2015, secondo una controversa nuova legge sulla privacy, i servizi che raccolgono dati personali devono conservarli all'interno di server fisicamente presenti sul territorio russo. Per ora i big stranieri dell'IT non hanno ceduto. A luglio di quest'anno è stato così varato un nutrito pacchetto di misure anti-terrorismo, che mette Internet e le comunicazioni telefoniche sotto il controllo dell'Fsb, che ora puo' pretendere le chiavi per decodificare i programmi di messaggistica criptati. Anche nota come "legge Yarovaya" - dal nome della deputata Irina Yarovaya - la nuova legislazione obbliga le società di telefonia e i provider Internet a conservare per sei mesi i dati di traffico tra utenti (inclusi foto, video, audio e messaggi) e i metadati (questi per tre anni). Si tratta d'informazioni che ogni compagnia, se richiesto, sarà costretta a fornire all'Fsb. In caso di utilizzo di programmi di messaggistica criptati, le aziende internet dovranno fornire all'Fsb le chiavi per la decodifica. Da non dimenticare che in Russia, dagli anni '90, è in uso il SORM, (Sistema di accertamento investigativo), che permette ai servizi segreti di monitorare ogni attività on line, mail e social media compresi.
Linkedin, la prima piattaforma sanzionata
La piattaforma dedicata al mondo del lavoro, Linkedin, è stata la prima a essere sanzionata, perchè non stoccava i dati personali degli utenti sul territorio russo. A novembre di quest'anno, Roskomnadzor ha disposto il blocco degli accessi al social. Microsoft - proprietaria di Linkedin - era già stata colpita poco prima, quando l'amministrazione della città di Mosca ha annunciato la sostituzione negli uffici pubblici dei programmi Microsoft Corp. con un software prodotto in Russia.
L'idea di importare il Great Firewall cinese
Secondo un recente articolo del Guardian, la Russia sta lavorando per incorporare alcuni elementi del "Great Firewall", la 'Grande Muraglia' di protezione informatica cinese, nel suo sistema di controllo e filtro della Rete, in una sorta di cyber cooperazione tra i due Paesi "senza precedenti".
Per approfondire:
The incredible life of Pavel Durov — 'Russia's Mark Zuckerberg'
The Moscow Times - Putin Promises to Rewrite 'Foreign Agents' Law
The Moscow Times - First Blogs Registered Under New Russian Media Law
The Guardian - Russia passes 'Big Brother' anti-terror laws
Putin brings China's Great Firewall to Russia in cybersecurity pact