di Rita Lofano
Houston - Una 14enne britannica malata terminale di cancro ha ottenuto il diritto di essere ibernata, tramite criogenesi, negli Stati Uniti. Lo ha stabilito un giudice dell'Alta Corte di Londra, Peter Jackson, poco prima che la ragazza morisse, lo scorso ottobre, ma la sentenza è stata resa nota solo dopo che il corpo è stato congelato. Secondo quanto riporta il Guardian, la ragazza aveva inviato una lettera al tribunale spiegando la sua richiesta. "Ho solo 14 anni e non voglio morire ma so che morirò. Penso che la criopreservazione possa darmi una chance di essere curata e risvegliata, anche tra 100 anni. Non voglio essere sotterrata. Voglio vivere e penso che in futuro possano trovare una cura per il mio cancro. Questo è il mio desiderio", ha scritto la giovane e il tribunale le ha dato ragione.
Il corpo è stato trasportato da Londra negli Usa e congelato da una società privata specializzata. Costo dell'operazione: 37mila sterline, poco più di 43mila euro I genitori della ragazza sono divorziati e il padre, che non vedeva dal 2008, si era inizialmente opposto alla richiesta. L'azienda più famosa nel campo della criogenesi è l'americana Alcor.
Centinaia di casi dal 1967
Dal primo caso nel 1967 a Los Angeles, centinaia di persone nel mondo hanno scelto di essere 'ibernate' subito dopo la morte, in attesa di un futuro in cui nuove conoscenze medico-scientifiche permetteranno loro di tornare a vivere. Un procedimento che parte dalla sala rianimazione in cui si trova il malato in fin di vita e termina nella sede dell'organizazione prescelta con l'immersione del corpo in azoto liquido a una temperatura di -196 gradi centrigradi. Sebbene il ricorso alla criogenesi sia aumentato del 10% negli ultimi vent'anni, è un settore molto limitato che impiega non piu' di 20 persone a tempo pieno nelle varie organizzazioni.
I limiti della crioconservazione
"Crioconservare il corpo di un essere umano oggi è possibile. Quello che però non sappiamo fare è riportarlo in vita e non e' detto che riusciremo a farlo in futuro". Lo ha spiegato all'AGI Maurizio Genuardi, direttore dell'Istituto di Medicina Genomica dell'Universita' Cattolica di Roma e del Policlinico Agostino Gemelli di Roma. "Oggi infatti non sappiamo come far riprendere le funzionalita' di un organismo congelato", ha sottolineato. "Se infatti sappiamo congelare e 'risvegliare' singole cellule, farlo con un organismo complesso è tutt'altra cosa", ha precisato Genuardi. E anche qualora riuscissimo a sviluppare una tecnologia in grado di "risvegliare" un essere umano congelato, non è escluso che questo non riporti danni irreparabili. "Anche se riuscissimo nell'intento di rianimarlo, ignoriamo in quali condizioni potremmo 'risvegliare' questa persona", ha detto il genetista. "Per quante precauzioni possiamo prendere prima, mi sembra irrealizzabile l'idea di poter riportare in vita un essere umano congelato come se nulla fosse", ha concluso Genuarsi.
Per approndire:
Il Guardian online: https://www.theguardian.com/international
Alcor Foundation: https://www.alcor.org/