di Lorenzo Forlani
Beirut - Il Libano ha un nuovo presidente della Repubblica. Dopo due anni e cinque mesi dalla fine del mandato di Michel Sleiman, l'ex generale cristiano maronita Michel Aoun è stato eletto Capo di Stato al quarto turno di votazione, ottenendo la necessaria maggioranza più uno (64) dei voti del Parlamento (in totale ne ha ottenuti 83, come al primo turno). Le schede bianche sono state 36. Aoun si è subito insediato nel palazzo presidenziale di Baabda. Secondo il Patto nazionale del 1943, modificato parzialmente dagli Accordi di Taif del 1989, in Libano il presidente della Repubblica deve essere sempre un cristiano maronita, il primo ministro un musulmano sunnita e lo Speaker del Parlamento un musulmano sciita.
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TENSIONI DURANTE LA VOTAZIONE
Al primo turno Aoun aveva ottenuto 83 voti, tre in meno di quelli necessari per avere la maggioranza dei due terzi dell'Assemblea (128 membri, ci cui oggi 127 presenti). La seconda votazione è stata ripetuta tre volte a causa di un reiterato errore nel conteggio (c'era un voto in più, ndr), provocando tensione nell'Assemblea, riportata all'ordine dallo Speaker Nabih Berri. Dopo la terza votazione, Saad Hariri si è avvicinato ad Aoun, col quale ha colloquiato qualche minuto. Sami Gemayel, a capo delle Falangi libanesi, ha contestato la regolarità della terza votazione, invocando il rispetto del regolamento dell'Assemblea parlamentare e provocando ulteriore bagarre in sala. E' stata quindi cambiata anche la modalità: fino al terzo voto, l'urna all'interno della quale introdurre il proprio voto veniva fatta girare tra i banchi; per la quarta votazione si è deciso di sistemare l'urna al centro della sala, con i parlamentari chiamati ad alzarsi uno ad uno e apporre il loro voto di fronte all'Assemblea. Lo Speaker Nabih Berri - ultimo a votare - ha incaricato i parlamentari Antoine Zahra e Marwan Hamadeh di monitorare la procedura di voto, affiancando l'urna durante il passaggio dei parlamentari.
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DA HARIRI A HEZBOLLAH, CHI HA SOSTENUTO AOUN
Aoun ha avuto il sostegno di una parte dei parlamentari del movimento Futuro di Hariri e degli sciiti di Hezbollah. Inoltre quello di alcuni altri movimenti della coalizione 8 marzo, come il partito armeno Tashnaq, e dei parlamentari del Partito socialista progressista guidato dal druso Walid Jumblatt. Decisivo per la nomina è stato l'endorsement che lo scorso 20 ottobre Saad Hariri - da sempre rivale politico di Aoun e figlio dell'ex primo ministro Rafiq, assassinato nel 2005 e a capo del più grande partito libanese, il movimento 'Futuro' (sunnita) - dopo che per più di un anno aveva promosso la candidatura di Suleiman Franijeh, leader del movimento cristiano maronita 'Marada'.
Michel Aoun, 81 anni, è il tredicesimo Capo di Stato del Libano, e assume la carica per la seconda volta, dopo la breve esperienza (1988-1990) negli anni finali della guerra civile, culminata nel drammatico attacco delle Forze siriane ai danni dell'esercito libanese al Palazzo presidenziale di Baabda, che lo costrinse in seguito all'esilio in Francia per quindici anni, dove Aoun fondò il Free Patriotic Movement, quello che oggi è il principale partito cristiano maronita, alla cui guida oggi c'è l'attuale ministro degli Esteri, Gebran Bassil.
GENTILONI, CON ELEZIONE SI CHIUDE LUNGA CRISI
"Con il voto di oggi al Parlamento, che ha eletto Michel Aoun presidente, si è finalmente chiusa una lunga crisi politico-istituzionale in Libano, cominciata nella primavera del 2014", ha commentato il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni. "Si tratta di uno sviluppo importante, che ha visto le forze politiche libanesi lavorare insieme, al fine di rafforzare la stabilità e la prosperità del Libano". E ha aggiunto: "Nel sottolineare gli antichi e robusti legami che legano i nostri due Paesi, e nel ricordare l'impegno dell'Italia a sostegno della stabilità del Libano e della regione desidero rivolgere al nuovo Presidente della Repubblica Libanese, Michel Aoun, l'augurio di poter svolgere al meglio il suo mandato, nell'interesse del Paese e dei suoi cittadini". (AGI)