Roma - Una decisione "incomprensibile e sbagliata", con questa motivazione il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha spiegato di aver "chiesto di intervenire" dopo la risoluzione Unesco sui Luoghi Santi del Medio Oriente che ha fatto infuriare Israele . "Non si può continuare con queste mozioni - afferma il presidente del Consiglio, durante la diretta radiofonica a Rtl 102,5 - una volta all'Onu, una volta all'Unesco, finalizzate ad attaccare Israele". Il premier ha sconfessato la stessa decisione del rappresentante italiano di astenersi (come Francia e Svezia, mentre Germania, Olanda e Gran Bretagna hanno votato contro), spiegando che al rientro a Roma ne parlerà direttamente con il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
"Se c'è bisogno di rompere su questo l'unità europea, si rompe", avverte Renzi. "Sostenere - chiarisce - che Gerusalemme e l'ebraismo non hanno una relazione è incomprensibile, inaccettabile e sbagliato, come sostenere che al sole c'è il buio". Dunque, afferma il presidente del Consiglio, "ho chiesto ai diplomatici di prendere posizione. Se uno ha qualcosa da dire su Israele la dica, ma è inaccettabile che si dicano cose come questa, che sono un errore". L'Italia diventa così il terzo Paese a rivedere la sua posizione sulla risoluzione, dopo il Messico che potrebbe addirittura richiedere un nuovo voto per rettificare il suo sì in un'astensione (avviate anche un'inchiesta interna) e il Brasile che ha fatto sapere di non essere soddisfatto del testo, malgrado abbia dato voto favorevole, e ha avvertito che in futuro non sosterrà simili risoluzioni.
LA RISOLUZIONE DELLE POLEMICHE
Il 19 ottobre l'’organizzazione Onu per l’Educazione, la scienza e la cultura ha adottato la risoluzione sulla conservazione del patrimonio culturale e religioso a Gerusalemme Est. La risoluzione nega qualsiasi legame tra il Monte del Tempio di Gerusalemme e l’ebraismo, limitandosi a considerare un luogo di culto musulmano la moschea di al-Aqsa. Nel testo si sostiene che Gerusalemme è sacra alle tre religioni monoteiste (ebraismo, islam e cristianità) ma che il Monte del Tempio lo è solo per i musulmani. Tanto che, per indicare il luogo il Comitato esecutivo non usa né il termine ebraico (Har HaBayit) né quello inglese (Temple Mount), ma le definizioni musulmane di Moschea di Al-Aqsa e di Haram al-Sharif. Inoltre l'Unesco condanna - si legge -“le continue irruzioni da parte di estremisti della destra israeliana e dell’esercito nella moschea di Al Aqsa e nell’Haram al Sharif" e chiede a Israele "potenza occupante, di adottare misure per prevenire le provocazioni che violano la santità e l’integrità” della spianata delle moschee. Il report denuncia poi gli scavi e le infrastrutture costruite dalle autorità israeliane nel complesso che riguarda anche la spianata delle Moschee, e “il crescendo di aggressioni e di misure illegali contro la libertà di preghiera dei musulmani nei loro luoghi santi”.
Dopo la risoluzione, Israele ha deciso di sospendere la cooperazione con l'agenzia Onu: "presume un sostegno immediato al terrorismo islamista", è stata l'accusa mossa dal ministro israeliano dell'Istruzione, Naftali Bennett, che ha interrotto ogni legame con l'Unesco.
ISRAELE E LA COMUNITA' EBRAICA APPREZZANO RENZI
Dal governo israeliano è arrivato un immediato apprezzamento: "Ringraziamo e ci felicitiamo con il governo italiano per questa importante dichiarazione", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Emmanuel Nahshon. Fonti del governo israeliano hanno riferito ad Haaretz che l'intervento di Renzi fa seguito a un pressing dell'ambasciata a Roma guidata da Ofer Zaks e dalla comuntà ebraica in Italia e dimostra "la comprensione di Renzi della verità storica e del tentativo che è stato fatto di eliminare una parte della sstoria del giudaismo e della cristianità a Gerusalemme".
Soddisfatta anche la Comunità ebraica che aveva espresso il suo sconcerto per l'astensione italiana.
"E' chiaro che le parole di Renzi in merito alla votazione Unesco su Gerusalemme ci confortano", ha dichiarato Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, "è già una prima risposta a una nostra posizione netta di sdegno per la decisione italiana di astenersi. Però ora ci si aspetta che la delegazione italiana dia a sua volta risposte rispetto a una decisa presa di posizione di Israele e si pongano in atto i correttivi". Dureghello sottolinea che i correttivi devono riguardare "aspetti che diversamente finiscono con il favorire la diffusione di atteggiamenti di antisemitismo". Una minaccia sempre più palpabile, secondo la presidente della Comunità ebraica di Roma: "Lo vediamo in particolare sui social. E' evidente che c'è disattenzione su questo, e di fronte a queste cose come la decisione dell'Unesco è giusto pretendere che ci siano risposte certe perché diversamente offendono. Che resta da fare? Andare via? Io voglio rimanerci invece...". In una nota stampa diffusa in precedenza, Dureghello aveva detto che le parole di Renzi "rappresentano una presa di posizione importante che ci solleva rispetto al silenzio di questi giorni. Era per noi inaccettabile come ebrei romani pensare che il nostro governo si astenesse di fronte a una mozione così antistorica e palesemente antisemita. Vorremmo capire come si è arrivati a questa astensione e cosa farà il governo per porvi rimedio. Ora che la votazione all'Unesco è definitiva, c'è bisogno di un atto politico che dia seguito alle dichiarazione di questa mattina. Siamo certi che l'Italia saprà prendere una posizione chiara e netta per rimediare a quell'astensione così vergognosa". (AGI)