Roma - "Gli scienziati italiani hanno esteso gli esperimenti effettuati dal nuovo premio Nobel, Yoshinori Ohsumi, contribuendo a isolare nuovi geni legati all'autofagia, nonche' ad accumulare nuove informazioni du questo processo cellulare fondamentale". Lo ha detto all'AGI il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell'Universita' Tor Vergata di Roma.
"Il Nobel assegnato allo scienziato giapponese - ha sottolineato Novelli - e' certamente meritato: grazie ai suoi studi infatti e' stato possibile fare luce su un processo biologico che consente alla cellule di riciclare se' stesse e quindi rinnovarsi. Disfunzioni nel processo autofagico sono legate a diverse malattie, tra cui quelle neurodegenerative come la Corea di Huntington, l'Alzheimer e il Parkinson, alcune malattie autoimmunitarie e il cancro".
Ohsumi, secondo Novelli, ha aperto la strada allo studio dell'autofagia. Una strada che poi e' stata segnata anche dal lavoro di molti gruppi di ricerca italiani. "Come quello guidato da Francesco Cecconi dell'Universita' di Roma Tor Vergata che ha evidenziato il ruolo regolatorio della proteina Ambra 1 nell'autofagia", riferisce Novelli. Lo studio in questione e' stato finanziato dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) e ha aperto la strada a nuove strategie in grado di controllare l'autofagia delle nostre cellule in diverse patologie, tra cui il cancro. "I gruppi di ricerca italiani che hanno continuato e arricchito di nuove conoscenze gli studi del nuovo Nobel Ohsumi sono davvero tanti", ha concluso Novelli. (AGI)