Roma - Ci sono pesanti ripercussioni politiche, anche se non pratiche, dopo il referendum con cui il Canton Ticino ha deciso di legare alla Costituzione il principio che privilegia i residenti nell'assegnazione dei posti di lavoro. L'insofferenza dei ticinesi verso i circa 62.000 lavoratori provenienti dall'Italia, espressa da quel 58% dei consensi alla consultazione denominata 'Prima i nostri', e' stata al centro di un colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e il collega svizzero Didier Burkhalter, durante il quale il titolare della Farnesina ha ribadito che ogni discriminazione nei confronti dei nostri frontalieri sarebbe un impedimento all'intesa tra UE e Svizzera.
L'Italia, ha sottolineato Gentiloni, e' impegnata a favorire tale intesa che deve essere basata sui comuni interessi economici e sul comune riconoscimento del principio della libera circolazione delle persone. La Commissione europea "prende nota" del risultato del referendum che, ricorda, "richiede l'avallo del governo federale", titolare esclusivo delle leggi sul mercato del lavoro. Ma Bruxelles teme che questo "possa rendere ancora meno facile il negoziato gia' difficile" in corso con la Svizzera sulla libera circolazione delle persone, ha detto il portavoce Margaritis Schinas. "Sono in corso - ha ricordato - colloqui intensi fra Ue e Svizzera per trovare soluzioni che tengano conto dei risultati dei referendum popolari sulla libera circolazione.
Il voto di ieri rende la situazione ancora meno facile: entro la fine di ottobre avremo l'occasione in un prossimo incontro con le autorita' federali di affrontare la situazione". Nella corso della conversazione con Gentiloni, Burkhalter ha confermato che il referendum non avra' conseguenzeimmediate sui lavoratori frontalieri italiani e che lanormativa sui lavoratori stranieri e' attualmente all'esame delParlamento nazionale.
I pendolari provenienti da Lombardia e Piemonte sono accusati di causare un ribasso dei salari. Immediate le reazioni politiche in Italia. "Gli svizzeri - ha ribadito il leader della Lega Nord Matteo Salvini - votano per gli interessi degli svizzeri. Gli inglesi per quelli degli inglesi, gli austriaci per quelli degli austriaci. Noi al governo invece abbiamo gente che tradisce la volonta' dei cittadini". "Gli italiani - ha pero' sottolineato - vanno in Svizzera a lavorare, non fanno i ciabbattanti che svendono la loro manodopera a due euro l'ora. Sono ingegneri, dottori, operai specializzati. Non vedo quindi grandi rischi per i nostri lavoratori".
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha annunciato un incontro con il presidente del Canton Ticino e ha chiesto al premier Matteo Renzi di istituire, con la prossime legge di stabilita', una Zes (Zona a Economia Speciale) per i territori lombardi confinanti con la Svizzera. "Questa mattina ho parlato con il presidente della Repubblica del Cantone Ticino Paolo Beltraminelli circa l'esito del referendum: ci incontreremo la prossima settima, per capire che cosa succede e, soprattutto, da parte nostra, per definire, anche con l'assessore Brianza, le iniziative necessarie a difendere i diritti dei lavoratori lombardi, che ogni giorno vanno a lavorare in Cantone Ticino", ha detto. "Parliamo di lavoratori, non di immigrati clandestini", ha precisato. (AGI)