Washington - Centinaia di persone hanno sfidato di nuovo il coprifuoco nella città di Charlotte, in North Carolina, durante la quarta notte di proteste per l'uccisone da parte della polizia dell'afroamericano Keith Lamont Scott. Intanto la candidata democratica alla Casa Bianca, Hillary Clinton, ha rimandato la visita in città prevista per domenica.
Trascorsa la mezzanotte, ora di inizio del coprifuoco, centinaia di persone sono scese nelle strade nel centro di Charlotte, 'uptown', teatro delle proteste violente di martedì e mercoledì. Annunciando che la visita a Charlotte slitta di una settimana, lo staff dell'ex segretario di Stato ha precisato di non voler che, in questo momento di alta tensione, la sua presenza assorba risorse da destinare alla sicurezza. Il sindaco della città, Jennifer Roberts, aveva chiesto ai due candidati alla presidenza di rimandare eventuali visite, evocando proprio "le risorse molto labili per la sicurezza". Venerdì sera, oltre alle manifestazioni a Charlotte, ci sono state manifestazioni anche ad Atlanta, in Georgia, richiamate in questo caso dall'appello della Naacp, la piu' grande organizzazione a difesa dei diritti degli afroamericamo negli Stati Uniti.
Intanto la polizia ha trovato il Dna, tracce di sangue e le sue impronte digitali sulla pistola recuperata sul luogo dove martedì pomeriggio e' stato ucciso Keith Lamont Scott. Lo ha rivelato uno dei media locali, Channel 9. E' questa l'ultima novità nell'inchiesta sull'uccisione dell'afroamericano. Secondo la versione ufficiale dei fatti, un gruppo di agenti ha fermato martedì pomeriggio Scott nel parcheggio di un edificio e gli ha chiesto che gettasse l'arma che portava. Ma pochi attimi dopo un agente ha aperto il fuoco, uccidendolo perche' riteneva che "rappresentava una minaccia imminente". La famiglia di Scott ha rifiutato sin dal primo momento la versione ufficiale: Scott, secondo loro, non portava alcuna arma ma un libro, e la pistola è stata collocata dagli stessi agenti 'a posteriorì. Adesso una fonte della polizia ha rivelato a Channel 9 che su questa arma, che era carica, sono state trovate tracce di sangue, impronte digitali e il Dna dell'uomo ucciso. Intanto, i legali di Rakeyia Scott, la vedova del 43enne ucciso, hanno divulgato il video filmato con il cellulare dalla donna stessa e che registra le fasi concitate del fermo e gli spari. E' un video-choc perche' si sente l'appello inascoltato della donna ("Non sparate, non sparate"), ma non consente di chiarire se l'uomo fosse armato o meno.
Nel video si vede -ma soprattutto si sente- la donna che chiede insistentemente al marito da scendere dal pick-up, come vogliono gli agenti. Con voce concitata, la donna si sgola e avverte nello stesso tempo anche gli agenti, assicurando loro che il marito è disarmato: "Non sparate, non sparate. Non e' armato, non ha fatto nulla". Sul sottofondo c'e' la voce degli agenti che ripetono, come in un mantra: "Butta la pistola. La pistola, butta la pistola". Nel video non si vede dove Keith Scott sia esattamente. "Non ha la pistola, ha una Tbi", continua la moglie, usando l'acronimo per indicare il trauma cranico (Scott aveva avuto un incidente di moto a novembre). "Ha solo preso le sue medicine". E ancora: "Keith, non fare in modo che rompano i finestrini. Scendi dall'auto", continua mentre si vede un agente che si avvicina all'auto. E poco dopo si sentono 4/5 colpi esplosi dai poliziotti. Nelle ultime immagini si vede il corpo a terra e la moglie che urla contro gli agenti: "Gli avete sparato, lo avete ucciso. Non era armato". E intanto continua a filmare: "Sarà meglio per voi che sopravviva. Siete la polizia? Chiamate la polizia, un'ambulanza". Ma per l'uomo, a quel punto a terra, riverso a faccia in giu', circondato da quattro poliziotti, non c'e' piu' nulla da fare. (AGI)