Parigi - Si chiamava Abdel Malik Nabil Petitjean il complice di Adel Kermiche: sono la coppia di giovani radicalizzati che martedì ha assaltato la chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, sgozzandone l'anziano parroco e riducendo una seconda persona in fin di vita. L'identificazione formale del seconto terrorista è stata resa nota da una fonte giudiziaria. "Dopo il confronto con il Dna, è emerso che il secondo terrorista è Abdel Malik Petitjean, nato il 14 novembre 1996 a Saint-Die-des-Vosges", in Lorena. La sua carta di identità è stata ritrovata nella casa di Kermiche, anche lui 19enne e originario di Mont-Saint-Aignan. Non aveva alcuna condanna a suo carico, ma era conosciuto dalla polizia per aver tentato di andare per due volte in Siria nel 2015.
Il giovane era identificato con la lettera S, quella attribuita alle persone a rischio di radicalizzazione, dallo scorso 29 giugno per aver tentato di unirsi alla jihad, ma non aveva alcun processo giudiziario in corso.
Il terrorista è stato identificato grazie alla comparazione del Dna tra lui e sua madre: come il suo complice, anche lui pur essendo noto agli inquirenti, non aveva subito condanne.
La lettera' 'S' non comportava una foto. Eppure, secondo l'emittente BfmTv pochi giorni prima dell'attentato a Saint-Etienne-du Rouvray, i servizi di intelligence stranieri avevano avvertito che un uomo stava per commettere un attentato su suolo francese: la segnalazione non aveva un nome, ma un'immagine, quella di Abdel Malik Petitjean.
Adel Kermiche scarcerato perché pentito, era seguito dagli psicologi dall'età di 6 anni
Invece l'altro terrorista Adel Kermiche soffriva di disturbi psichici fin dall'infanzia ed era costantemente seguito da psicologi fin dall'età di 6 anni. A 12 anni fu espulso da scuola per "disturbi comportamentali". Durante l'adolescenza ha continuato a essere periodicamente ricoverato in ospedale per problemi mentali, e in un'occasione fu internato per quindici giorni in un reparto psichiatrico. La miscela di traumi pregressi, presa di coscienza, desiderio di riscatto, oltre alla garanzia rappresentata dall'aiuto familiare, convinsero il magistrato a concedere al presunto ex aspirante jihadista una possibilità di riscatto: ecco perchè dallo scorso marzo la carcerazione fu sostituita dalla libertà vigilata, seppure con l'obbligo d'indossare un bracciale elettronico per la localizzazione.
In un video, diffuso da Amaq l'agenzia del gruppo jihadista, viene mostrato il momento in cui i due attentatori avevano giurato fedeltà all'Isis. Nel filmato si vedono i due giovani, presentati come l'autori dell'attacco, accanto a una bandiera dell'Isis. Uno dei due recita in arabo il testo tradizionale di fedeltà "all'emiro dei credenti" Abu Bakr al-Baghdadi.
Intanto tre persone dell'entourage familiare di Abdel Malik Petitjean sono stati fermati. Lo ha reso noto una fonte giudiziaria. Il fermo, attuato mercoledì, "deve consentire di racogliere elementi sul profilo" del terrorista, ma al momento "non ci sono elementi che queste persone abbiano a che fare con l'assassinio" del prete. Una quarta persona, un minore di 16 anni, nato in Algeria e fermato martedì è stato riascoltato stamane: suo fratello è oggetto di un mandato di arresto per essere partito alla volta delle regioni jihadiste iracheno-siriane nel marzo 2015, con una carta di identità falsa dell'altro assassino del sacerdote: Adel Kermiche.
La tensione in Francia resta alta e 10.000 militari in più saranno impiegati per la vigilanza sullo svolgimento dei grandi eventi, complessivamente 56, previsti sul territorio nazionale entro le fine dell'estate: salirà così a circa 23.500 il totale degli effettivi, tra soldati, poliziotti, gendarmi e riservisti, impiegati nella cosiddetta operazione 'Sentinellè di sorveglianza contro la criminalità e soprattutto il terrorismo. Il rapporto dell'ispettorato generale della polizia francese, ordinato dal ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve dopo le polemiche sulle presunte falle della sicurezza la sera del 14 luglio a Nizza, giorno dell'attentato che causò 84 morti, tra cui 6 italiani, ha concluso che il dispositivo di sicurezza era "adeguato all'evento e non sottodimensionato", ossia il numero di poliziotti impiegati era giusto. La direttrice dell'organismo, Marie-France Moneger-Guyomarc'h, ha comunicato che quella sera erano impegnati 64 agenti della polizia nazionale e 42 della polizia municipale e ha definito "il risultato di un semplice malinteso e dell'interpretazione dell'informazione".
La tensione resta alta anche in Germania. Un 15enne è stato arrestato a Ludwigsburg, nel sud-ovest del Paese. A casa aveva munizioni, coltelli, piante della sua scuola e prodotti chimici e istruzioni per la fabbricazione di esplosivi. Il 15enne aveva pubblicato foto e disegni che facevano pensare a un possibile attacco". Secondo la polizia il ragazzino ha confessato di aver pensato ad un attacco dopo essere stato vittima di bullismo, ma ha assicurato di aver già desistito. Il giovane è stato ricoverato in un centro psichiatrico. Il Washington Post ha invece riferito che Mohammed Deleel, il 27enne rifugiato siriano che si è fatto saltare in aria a Ansbach era un autentico combattente dell'Isis, aveva contatti regolari con il gruppo jihadista e ha ideato e organizzato da solo l'attacco. Il settimanale dell'Isis Al-Nabaa ha pubblicato un necrologio del giovane, un riconoscimento riservato alle figure di spicco. La rivelazione contrasta con le informazioni date dalla polizia tedesca, secondo la quale la radicalizzazione di Deleel è stata influenzata dalla propaganda del gruppo. (AGI)