Parigi - Il Fondo Monetario Internazionale, in una nota, ha "continuato a esprimere la sua fiducia nella capacita' del direttore generale di portare avanti con efficacia i suoi incarichi".
L'allora ministro dell'Economia Lagarde aveva deciso di affidare a un arbitrato, e non alla giustizia ordinaria, la risoluzione di una disputa tra la banca Credit Lyonnaise e il potente magnate Bernard Tapie, molto vicino all'ex presidente Nicolas Sarkozy. Secondo i magistrati transalpini, l'attuale numero uno del Fmi aveva cosi' favorito l'imprenditore su pressione dello stesso inquilino dell'Esileo di allora. L'arbitrato si era concluso a favore di Tapie, consentendogli di incassare 403 milioni di euro a titolo di risarcimento per un presunto danno subito nel 1993, quando la banca acquisto' la Adidas. Successivamente, la Corte d'Appello impose a Tapie di restituire la somma. Lagarde, nel frattempo, aveva dichiarato sotto giuramento di aver agito di propria iniziativa, il che ha di fatto consentito a Sarkozy di evitare ogni coinvolgimento. I guai legali di Lagarde non le avevano impedito di conquistare lo scorso febbraio un nuovo mandato alla guida dell'istituto di Washington, che le ha confermato la fiducia. (AGI)