Ankara - Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, e' tornato a non escludere la condanna a morte per gli autori del golpe fallito di venerdì sera ma ha chiarito che la materia è di competenza del Parlamento. Domenica Erdogan ai funerali delle vittime aveva annunciato che l'Akp, il suo partito al potere dal 2002, ne discuterà con l'opposizione.
La Turchia aveva abolito la pena capitale nel 2004 come prerequisito per l'ingresso nell'Ue. Ora questa aspirazione, peraltro sempre meno sentita da Erdogan di cui, invece, l'Ue ha disperatamente bisogno per tenere a bada lo tsunami di profughi in fuga dalla Siria, passa in secondo piano rispetto al regolamento di conti con i protagonisti del golpe. Nella sua prima intervista dopo il fallito golpe, Erdogan ha dichiarato alla Cnn che ci "troviamo di fronte ad un evidente crimine di tradimento. Ma ovviamente spettera' al Parlamento assumere una decisione (sulla pena di morte) di valore costituzionale. Per cui i leader (dei diversi partiti) dovranno incontrarsi e discuterne. Se accetteranno di discuterne, come presidente approvero' ogni decisione che verra' presa in Parlamento".
Erdogan ha anche annunciato che a breve sara' presentata agli Usa richiesta formale di estradizione del religioso ed ex sodale dello stesso presidente turco, Fetullah Guelen: "Abbiamo un reciproco accordo per l'estradizione dei criminali e ci dovrebbe essere reciprocita' in questo genere di cose".
Intanto proseguono le epurazioni: sono oltre 7.500 gli arresti (316 confermati in udienza), tra cui 100 agenti di polizia, 6.038 militari (ci sono anche i due piloti che a novembre abbatterono un cccia russo), 755 tra giudici e procuratori e 650 civili. Quasi 9.000 licenziamenti dal ministero dell'Interno turco, di cui 8.000 poliziotti. E poi ora spunta un capo dei golpisti: l'ex comandante dell'aviazione, il generale a quattro stelle Akin Ozturk, avrebbe confessato di essere stato l'organizzatore delcolpo di Stato fallito. Lo riferisce l'agenzia di stato Anadolu che pubblica foto del generale con diverse e vistose ferite al volto e al torace. Ozturk ha riferito agli agenti che lo interrogavano - non e' chiaro al momento con che tipo di pressioni - che "ha agito con l'intenzione di effettuare un golpe". In precedenza l'alto ufficiale aveva negato qualsiasi ruolo.
I numeri dell'ondata repressiva scatenata in Turchia da Recep Tayyp Erdogan allarmano l'Europa e gli Stati Uniti, che dalla solidarieta' espressa al presidente passano alla preoccupazione per il rispetto dei diritti umani, a partire dalla possibilita' che venga reintrodotta la pena di morte proprio all'inizio del negoziato tra Ankara e Bruxelles.
"Siamo stati molto chiari nel condannare il tentativo di golpe militare - ha evidenziato Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri italiano - e al tempo stesso siamo molto chiari nel dire che la reazione al golpe militare non puo' essere di vendetta ma deve tenere conto dello stato di diritto: il ricorso alla pena di morte sarebbe evidentemente in contraddizione".
Un ulteriore invito affinche' rispetti i "valori" democratici dell'alleanza e' stato rivolto al presidente turco da Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, che ha sentito Erdogan al telefono: "Come membro di una comunita' unica di valori", osserva Stoltenberg, "e' essenziale che la Turchia, come tutti gli altri alleati, garantisca - ha affermato in un comunicato pubblicato sul sito web della Nato - il pieno rispetto della democrazia e delle sue istituzioni, dell'ordine costituzionale, dello stato di diritto e delle liberta' fondamentali".
Berlino va oltre: "Nelle prime ore dopo il fallito colpo di Stato", ha detto Angela Merkel, "abbiamo assistito a scene rivoltanti di giustizia arbitraria e vendetta. Questo non e' accettabile". "Farsi prendere dalla fretta nell'agire non sarebbe corretto, ma non possiamo ignorare quanto ci chiedono i nostri concittadini", ha precisato il premier turco Binali Yildirim, di fronte all'irritazione europea. Poi ha minimizzato: "La questione dev'essere deliberata in Parlamento, giacche' implica una modifica costituzionale".
L'alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza Ue Federica Mogherini, in una conferenza stampa nel pomeriggio al termine del consiglio Affari esteri, ha osservato che "la nostra priorita' e' che si torni alla normalita', alla stabilita' e alla pace". "Consideriamo ancora la Turchia un Paese partner" e pertanto "nessuno ha sollevato l'ipotesi di congelare i negoziati di adesione della Turchia".
Il confronto con l'Ue si intreccia a quello che vede Ankara e Washington quasi ai ferri corti in merito al destino di Tethullah Gulen, l'acerrimo nemico di Erdgan ritenuto da quest'ultimo l'organizzatore del tentato golpe e residente in Pennsylvania. La Turchia deve mostrare "prove e non supposizioni", ha detto Kerry, che ha aggiunto: "Nessuna rihiesta di estradizione e' arrivata".
Proprio dall'ampiezza della repressione e dalla caratura di diversi personaggi arrestati emerge che non e' stato un 'golpe dei colonnelli": 103 tra generali e ammiragli sono finiti in manette, vale a dire quasi un terzo su un totale di 356 alti ufficiali pari grado. In carcere si trovano anche i comandanti della II e III Armata dell'Esercito. Il nuovo bilancio delle vittime del fallito golpe e' questo: sono morte 308 persone, di cui 145 civili, 60 poliziotti e 3 soldati. Oltre 100 golpisti sono stati uccisi.
Intanto e' stato ucciso in un attentato Cemil Candas, vice sindaco di Sisli, uno dei comuni facenti parte della Grande Istanbul. I due killer che gli hanno sparato alla testa sono stati arrestati. Avevano fatto irruzione nell'ufficio della vittima e hanno aperto il fuoco ferendolo a morte alla testa.
Non e' chiaro se l'aggressione sia collegata al fallito colpo di stato: il vice sindaco appartiene al partito socialdemocratico Chp, all'opposizione, che pero' aveva manifestato solidarieta' alle autorita' in carica condannando il golpe. Sisli, una delle zone piu' ricche della citta' turca, sorge sul versante europeo del Bosforo. (AGI)