Roma - Il boeing 767 dell'Aeronautica Militare tocca terra alle 19, come previsto. Sulla pista dell'aeroporto di Ciampino l'asfalto quasi si scioglie per il caldo. Pochi metri più in là il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una saletta del 31mo Stormo dell'Aeronautica, sta incontrando i parenti delle vittime della strage di Dacca, 9 uomini e donne sgozzati in un ristorante, vittime della intolleranza religiosa.
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Mattarella non vuole nessuno se non loro, i familiari, circa 50 persone che per tutta la sera saranno silenziosi e composti. Il capo dello Stato fa sapere di non volere nessuno attorno in quel momento: anche i collaboratori più stretti sono fuori, ai bordi della pista. Le istituzioni sono rappresentate anche dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni e dal vice ministro Mario Giro. L'aereo compie mezzo giro di pista, si posiziona e i familiari possono mettersi lungo la scaletta del terminale. Li raggiunge anche Gianni Boschetti, l'unico sopravvissuto della strage. Si bacia con gli altri, qualcuno cerca di trattenere la prima lacrima.
Attorno all'aereo si dispongono quindi 9 carri funebri, grigio-argento. Si avvicinano a passo d'uomo, mentre un elicottero sorvola la scena. Davanti ai parenti tre sacerdoti: due cappellani militari e il fratello di una delle vittime. Le operazioni sono delicate, quindi molto lente. Solamente per aprire i portelloni e avvicinare i macchinari ci vogliono circa 20 minuti. Nel frattempo anche Mattarella si è unito a quanti attendono. Sulle teste di tutti tre bandiere: il Tricolore, la bandiera europea e il vessillo del capo dello Stato. Mattarella ha il volto quasi terreo. Si mette di fianco e non di fronte ai familiari delle vittime mentre, nel silenzio rotto solo dal rumore del motore di un jet in atterraggio, si cominciano a mettere a terra le bare. Il caldo ora è rotto da una leggera brezza. I feretri sono disposti, due a due, su un enorme montacarichi e quindi deposti, a spalla, nei carri funebri. Sono avvolti nel Tricolore.
Quando i carri sfilano davanti alle famiglie, e si dispongono uno a fianco all'altro, i religiosi recitano una preghiera. Si aprono gli sportelli, le salme vengono benedette una ad una. Poi si avvicina Mattarella: resta ad una certa distanza come ad abbracciare tutti con lo sguardo e china il capo. Pochi secondi, come dire che non è lui al centro di quanto sta accadendo, ma è solo l'uomo che saluta il ritorno in patria delle vittime. Ora che Mattarella si allontana, si possono avvicinare i parenti, ed è il momento più triste. Ognuno sa già quale sia la bara che contiene il corpo del proprio congiunto: si avvicinano senza esitazione, si piegano sulle bare, le baciano e le abbracciano. Da lontano si sentono i loro singulti. (AGI)