Vienna - Alexander Van der Bellen è il nuovo presidente austriaco e l'Europa tira un sospiro di sollievo per il risultato del voto che frena l'onda xenofoba. Dopo il conteggio dei voti per posta, il candidato indipendente appoggiato dai Verdi ha superato il populista Norbert Hofer (Fpoe), aggiudicandosi la vittoria finale con circa 31.000 voti in più. Van der Bellen ha raggiunto 50,3% mentre Norbert Hofer il 49,7%. Van der Bellen ha vinto a Vienna (63,3%) e nelle regioni del Tirolo (51,4%), del Vorarlberg (58,6%) e dell'Oberoesterreich (51,3%). Hofer ha vinto nel resto dell'Austria: Carinzia (58,1%), Salisburghese (52,8%), Steiermark (56,2%), Niederoesterreich (52,6%) e Burgenland (61,4%). Senza i voti per corrispondenza, la vittoria sarebbe andataad Hofer, che sarebbe diventato il primo capo di Stato delladestra radicale in un Paese del blocco comunitario. Hofer ha ammesso la sconfitta: con un messaggio su Facebook ha riconosciuto il successo dell'avversario indipendente. "Cari amici! Vi ringrazio per il vostro sostegno. Certo sono triste oggi", ha scritto Hofer. Circa 900mila elettori hanno chiestodi votare per corrispondenza (il 14,1% degli elettori, un record) e sono stati proprio questi voti a decidere l'esito del ballottaggio. Il voto ha registrato un'affluenza record: 72,7%, di gran lunga superiore al 53,6% del 2010.
Nel congratularsi con il suo nuovo collega, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato che "i sentimenti di amicizia tra Austria e Italia rappresentano non solo elemento imprescindibile per il comune sviluppo sociale ed economico dei nostri Paesi, ma anche unsolido ancoraggio per il rafforzamento del progetto europeo,scosso da numerose e talvolta inedite sfide".
Mattarella a Van der Bellen, raffoziamo progetto Ue
Per questo, ha aggiunto, "sarò particolarmente lieto di poter collaborare con lei per il bene comune dei nostri due Paesi e del nostrocontinente, certo che anche in futuro Austria e Italia continueranno a rappresentare un modello di progressivaintegrazione nel segno del comune disegno europeo". La vittoria di Van der Bellen "è una buona notizia, e siamo molto contenti anche per i riflessi che questo avrà nelle relazioni bilaterali tra i nostri due Paesi", ha subito commentato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Pensando all'esito delle consultazioni in chiave di gestione dell'immigrazione, il titolare della Farnesina ha osservato che "non c'è alcun interessa per l'Austria a radicalizzare le contrapposizioni su temi migratori". Al contrario "c'è tutto l'interesse a collaborare", visto che tra i due governi "c'è un'esperienza che accomuna, ed quella di aver trasformato una zona di tensioni e di grande difficoltà come l'Alto Adige e il sud Tirolo in uno dei migliori esempi dialogo in Europa". Il presidente della Carinzia Peter Kaiser, ha ricordato che nella sua regione il 42% ha votato per Hofer e quindi la situazione è molto difficile. Sarà ora compito del presidente unire, perchè c'è da una parte il 50% per l'estrema destra e dall'altra parte per Van der Bellen".
Il nuovo presidente ha assicurato che "sarà l'apriporta dell'Austria all'estero, per l'economia e per creare posti di lavoro. "Ci sono due metà che oggi compongono l'Austria. L'una è tanto importante quanto l'altra", ha aggiunto. Van der Bellen è un ex militante socialista e un europeista convinto. Il 72enne ex docente universitario è molto apprezzato per la schiettezza e l'onestà che lo hanno contraddistinto fin dal debutto in politica all'età di 50 anni, quando nel 2006 guidò i Verdi a raddoppiare i consensi al 10% facendoli diventare il terzo partito del Paese alpino. Figlio di un padre russo e di una madre estone fuggiti dalla rivoluzione bolscevica del 1917, è stato preside della facoltà di Scienze economiche dell'Università di Vienna. Van Der Bellen ha criticato la linea dura sui migranti del governo socialdemocratico e ha già fatto sapere che non firmerà il trattato transatlantico sul libero commercio, il Ttip, anche se è già stato approvato dal Parlamento, unico punto in comune quest'ultimo con Hofer. Padre di due figli e da poco risposato, le sue passioni sono le auto e il 'poco ecologico' tabacco. Il risultato ha comunque messo in luce una preoccupante polarizzazione del Paese. Nella campagna elettorale ha svolto un ruolo determinante la crisi dei migranti: circa 90mila persone hanno chiesto asilo in Austria nel 2015, più dell'1% della popolazione. Al ballottaggio, per la prima volta dalla fine della II Guerra Mondiale, i candidati non appartenevano a nessuno dei grandi partiti tradizionali, i socialdemocratici e i conservatori. (AGI)