Washington - L'ufficiale al comando dei 10 marinai statunitensi che a gennaio finirono per errore in acque iraniane e furono brevemente catturati dai Pasdaran e' stato sollevato dal suo incarico. Il capitano di fregata Eric Rasch, che guidava l'unita' di pattglia costiera e fluviale a cui appartenevano i dieci marinai, ha "perso la fiducia" della Marina "nella sua capacita' di comando", si legge in un comunicato dell'Us Navy. E' la prima volta che viene pubblicamente attribuito a un ufficiale la responsabiita' di quanto accade: le due piccole navi pattuglia statunitensi finirono in acque territoriali iraniane dinanzi l'isola di Farsi, nel Golfo Persico, tra il Kuwait e il Bahrein e furono immediatamente intercettate dagli iraniani che li trattennero per ventiquattr'ore.
Secondo i militari americani, l'incidente fu la conseguenza di una duplice causa: un errore di navigazione e un incidente meccanico su una delle due imbarcazioni. L'ufficiale sollevato dall'incarico non era su alcuna delle due navi al momento dell'incidente. All'epoca l'amministrazione americana fu ben attenta a non sollevare i toni dello scontro con Teheran: si era a pochi giorni dalla firma dello storico accordo sul nucleare e Washington aveva tutto l'interesse a non andare allo scontro diretto. Ma anche se duro' appena ventiquattr'ore, l'incidente fu motivo di grave imbarazzo tanto per la marina americana che per il presidente Barack Obama. I media iraniani mostrarono immagini umilianti del marines americani, inginocchiati sul ponte con le mani sulla testa. E mesi dopo il capo del Pentagono, Ashton Carter, critico' l'accaduto: "Il comportamento dell'Iran e' stato scandaloso, non professionale e non conforme al diritto internazionale". (AGI)