Roma - Nonostante la tregua parziale, si continua a combattere ad Aleppo, quella che un tempo era la seconda città piu' importante della Siria e che da mesi è martoriata. Nelle ultime ore, riferisce l'Osservatorio siriano per i Diritti Umani, si sono registrati bombardamenti e scontri tra le forze governative e le fazioni islamiste, oltre 90 raid nelle sole ultime ventiquattro ore. Le violenze avvengono mentre nella città è in vigore la tregua parziale, cominciata giovedì e che due giorni fa è stata prorogata di 72 ore (scade nella notte). Ma nonostante i tentativi di fermare la violenza, nelle solo ultime due settimane ad Aleppo sono morti 285 civili, tra i quali decine di donne e bambini. E la diplomazia cerca di salvare la tregua.
Le cancellerie della coalizione che appoggia l'opposizione al regime di Bashar al Assad si ritrovano a Parigi. Per l'Italia è presente il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, e oltre alla Francia ci saranno anche Stati Uniti, Arabia saudita ed Emirati Arabi Uniti. "Cercheremo di dare una mano a Staffan de Mistura (l'inviato speciale dell'Onu per la Siria; ndr) per far ripartire i negoziati al fine di arrivare a una transizione politica a Damasco e cercare di preservare il cessate il fuoco", ha sintetizzato l'Alto rappresentante della politica estera Ue, Federica Mogherini. Madame Pesc, che a Parigi incontrerà tra gli altri il segretario di Stato Usa, John Kerry, e gli altri ministri europei e della regione, ha ricordato che la tregua, "in questi mesi ha salvato tante vite e ha consentito anche a noi dell'Ue di portare aiuti umanitari in molte città". "è una cosa piccola, fragile ma molto importante per milioni di persone, e va protetta, preservata e rafforzata". Bisogna, ha aggiunto, "soprattutto cercare di far partire il processo di transizione politica": 'obiettivo è mettere fine alla guerra: "Sarà un processo difficile ma stiamo cercando tutti insieme di tenerlo in vita". "Trovare una soluzione al conflitto siriano sarà ancora piu' difficile, data la profonda divisione del Paese", ha rilevato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Serve una soluzione politica, e per Tusk "è chiaro che non puo' esserci un pace durevole in Siria con l'attuale regime, e lo status quo non è un'opzione". Oltre al superamento del governo di Bashar al-Assad, a rendere complessa la situazione ci sono "i conflitti nell'area come quello regionale tra Arabia Saudita e Iran". Intanto, secondo il Washington Post, gli Usa si apprestano a inviare altre truppe contro l'Isis: altri 450 uomini delle 'forze specialì schierati in Siria e in Iraq, centinaia di 'marines' mandati sulla 'linea del frontè in Iraq, in campo anche elicotteri d'attacco Apache e bombardieri B-52s. (AGI)