Roma - A un anno dal sisma che il 25 aprile scorso ha colpito il Nepal uccidendo oltre 9mila persone, il 54% della popolazione sfollata vive ancora in ricoveri temporanei, spesso vicino alle case crollate. E malgrado i 4,1 miliardi di dollari per la ricostruzione stanziati dalla conferenza dei donatori a giugno, il governo nepalese non ha avviato la fase post emergenza perche' bloccato da una crisi istituzionale e amministrativa scoppiata poco dopo il sisma. Inoltre i prezzi delle derrate alimentari essenziali (olio per cucinare, riso, lenticchie, zucchero e sale) sono cresciuti del 50-60%.
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E' la drammatica fotografia scattata da Agire, secondo cui oltre 280mila nepalesi sono stati soccorsi grazie agli 1,4 milioni di euro donati dagli italiani attraverso le sette ong riunite da Agire: ActionAid, Cesvi, Gvc, Intersos, Oxfam, Sos Villaggi dei Bambini e Terre des Hommes.
Centinaia di operatori umanitari hanno garantito la distribuzione di cibo, acqua potabile, medicine, l'allestimento di ripari temporanei, il supporto psico-sociale per i soggetti piu' fragili (bambini, donne, anziani), la costruzione di centri scolastici temporanei, la realizzazione di progetti educativi per l'infanzia e di centri comunitari per le donne, di attivita' generatrici di reddito per la riabilitazione di sentieri, strade e rete idrica. I contributi italiani hanno portato alla realizzazione di progetti in 10 dei distretti piu' danneggiati. In particolare, le ong di Agire si sono attivate in 5 settori: il 62% delle risorse sono state destinate alla prima emergenza e alle distribuzioni, il 14 ai ripari temporanei, l'11 ha permesso riabilitazioni e ricostruzioni, l'8 ha sostenuto progetti di istruzione e protezione dell'infanzia e delle donne, il 5% interventi igienico-sanitari. Il 91% dei fondi e' andato direttamente a sostegno dei progetti.
"Il Nepal ha rappresentato per noi una grande sfida: difficolta' logistiche di accesso alle aree montane e ai villaggi isolati piu' colpiti, stagione delle piogge immediatamente successiva al sisma, ritardi legati al blocco di rifornimenti di combustibile. Malgrado questo il paese e' diventato per Agire un caso di successo riguardo l'efficacia e l'efficienza degli aiuti che le 7 ONG hanno portato nel corso di questo anno" spiega Alessandra Fantuzi, Coordinatrice di Agire. Tuttavia - osserva l'organizzazione - nonostante le percentuali siano positive se confrontate con il devastante terremoto di Haiti del 2010 dove a un anno di distanza su tre milioni di persone colpite oltre un milione e mezzo viveva in tendopoli, in Nepal la ricostruzione non e' ancora iniziata e finora sono state proprio le ong locali e internazionali a dare il maggior contributo dopo il terremoto. (AGI)