Rio de Janeiro - Incalzata dalla peggiore crisi politica degli ultimi decenni sotto i colpi dello scandalo Petrobras, la sinistra brasiliana ha mobilitato la sua base a difesa del governo della presidente Dilma Rousseff: centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza nelle principali citta' del Paese, unite dallo slogan 'Dilma non si tocca'. L'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, la cui nomina a ministro è stata congelata perchè ritenuta un escamotage per sfuggire all'arresto, ha denunciato in una manifestazione a San Paolo il tentativo di "golpe" contro la sua pupilla, la donna che gli è subentrata alla guida del Brasile e che ora e' minacciata da un processo di impeachment.
Le manifestazioni, convocate dal partito al governo, il Partido de los Trabajadores (PT), dal sindacato Central Única de Trabajadores (CUT) e da diverse organizzazioni sociali, hanno mobilitato 267mila persone in tutto il Paese, a sentire i numeri delle forze dell'ordine. Ma secondo gli organizzatori, in piazza erano molti di piu', 1 milione e 200.000 persone.
"Non accetteremo un golpe", ha detto il 70enne Lula davanti a decine di migliaia di persone che esultavano a ogni sua frase. L'icona della sinistra latinoamericana ha dimostrato che il suo carisma rimane intatto almeno tra i suoi fedelissimi, nonostante le denunce e accese di corruzione che pesano sul suo capo.
Venerdì il Tribunale Supremo Federale, massima istanza del Brasile, aveva confermato la sospensione della nomina di Lula a ministro con l'incarico di capo di gabinetto. La decisione è stata presa dal giudice Gilmar Mendes, che era anche il presidente del tribunale che decise l’estradizione di Cesare Battisti, annullata a suo tempo da Lula. In precedenza due giudici, in due zone diverse del Paese, si erano pronunciati in modo diametralmente opposto, uno dando il via libera e l'altro confermando la sospensione della nomina arrivata arrivata giovedì dopo che da un'intercettazione era arivata la conferma che la nomina era mirata a porre Lula al riparo da un eventuale arresto nell'ambito dell'inchiesta Petrobras, un giro di tangenti che sfiora i due miliardi di dollari. La nomina aveva scatenato proteste di piazza e aggravato la tensione nel paese: la Rousseff ha evocato il golpe da parte della magistratura e negli ultimi giorni ci sono stati scontro per le strade tra pro e contro Lula. (AGI)