Roma - Fino ad oggi sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore 28enne di origine friuliana sparito al Cairo il 25 gennaio scorso e trovato morto otto giorni dopo, si sono confrontate piu' volte le polizie italiane ed egiziane. Con scarsi risultati. Ma lunedi' prossimo, quando il capo della Procura di Roma Giuseppe Pignatone e il pm Sergio Colaiocco andranno in trasferta al Cairo, accogliendo un preciso invito della diplomazia, l'indagine potrebbe segnare un primo, significativo, punto di svolta. Nella capitale egiziana, infatti, i magistrati romani incontreranno il procuratore generale della Repubblica Araba d'Egitto, Nabil Ahmed Sadek, l'equivalente del procuratore generale della nostra Cassazione. Quindi, un superiore gerarchico di Ahmed Nagy, il responsabile della Procura di Giza, che nelle ultime settimane sulla vicenda Regeni ha offerto piu' versioni, non sempre coincidenti fra loro.
Difficilmente, in occasione di questa trasferta verra' svolta un'attivita' istruttoria in senso stretto anche se non si puo' escludere che a Pignatone e Colaiocco possano essere mostrati importanti atti dell'indagine condotta in Egitto e non ancora consegnati al nostro team investigativo. Gli inquirenti italiani, dal canto loro, sono pronti ad ascoltare tutte le proposte della controparte per concordare e definire nuove linee guida delle rispettive inchieste all'insegna di una piu' proficua collaborazione fra autorita' giudiziarie. Il tutto con l'obiettivo di raggiungere la verita' sull'omicidio di Giulio Regeni.
La presenza in Egitto del procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, "e' il segno della volonta' dell'Italia di andare a fondo nel caso di Giulio Regeni", ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando e dimostra l'impegno italiano di chiedere all'Egitto "una cooperazione effettiva, piena e trasparente" nella gestione del caso.
Intanto il governo egiziano ha giudicato "inaccettabile" la dichiarazione approvata ieri dal parlamento europeo che condanna la tortura e l'assassinio di Regeni. In una nota, il ministero degli Esteri del Cairo afferma che "la risoluzione ha trascurato e omesso i risultati di un'indagine in corso in merito all'assassinio del ricercatore italiano". La risoluzione del parlamento europeo sostiene che la vicenda Regeni non rappresenta un caso isolato ma si inserisce in un contesto di torture, morti di detenuti e rapimenti. L'ambasciatore dell'Unione europea al Cairo, James Moran, ha dichiarato che la Ue intende continuare la cooperazione con l'Egitto nel settore dei diritti umani. "L'Ue intende sviluppare la cooperazione con l'Egitto in tutti i campi nel prossimo periodo, compresi i settore dell'energia, dello sviluppo economico e dei diritti umani", ha detto Moran durante un incontro con il ministro della Cooperazione internazionale Sahar Nasr. (AGI)