Il Cairo - Il Cairo insiste e smentisce la versione dei media occidentali secondo cui Giulio Regeni, prima di morire, fosse finito nelle maglie degli apparati di sicurezza del Cairo. In un comunicato ufficiale, rilanciato dall'agenzia ufficiale Mena, il ministero dell'Interno egiziano fa sapere che il giovane dottorando friulano "non è mai stato arrestato". Secondo il ministero, che assicura di lavorare al caso senza sosta e in piena collaborazione con il team investigativo arrivato dall'Italia, i media occidentali hanno pubblicato "informazioni inesatte" sostenendo che il giovane studioso friulano sarebbe stato arrestato da uomini degli apparati egiziani per via della sua attenzione alle opposizioni nel Paese e per impedirgli di diffondere informazioni sulla situazione politica in Egitto. In particolare, anche oggi, Repubblica riferisce che ad accendere l'interesse dei servizi segreti del Cairo su Regeni sarebbe stato il fatto che la sua analisi sui sindacati e le opposizioni in Egitto si stesse trasformando da ricognizione analitica in una "ricerca partecipata" con un suo coinvolgimento diretto nella "vita e nelle dinamiche interne" delle organizzazioni. Resta da capire anche la diffusione che hanno avuto i "report" che al 28enne ricercatore italiano venivano sollecitati (l'ultima volta a metà dicembre) dall'Università di Cambridge e che potrebbero esser stati mostrati anche all'esterno dell'ateneo.
Ambasciatore egiziano: indagini sulla morte di Regeni sono soddisfacenti
Nello scorso fine settimana, il direttore della procura di Giza, Hossam Nassar, ha ordinato l'esame dei filmati delle telecamere a circuito chiuso attive nelle zone visitate dal giovane ricercatore italiano Giulio Regeni il giorno della sua scomparsa, lo scorso 25 gennaio. Secondo quanto riferito dal funzionario, i filmati potrebbero far luce sulle testimonianze emerse in questi giorni riguardo al fermo subito dal giovane da parte di membri delle forze di sicurezza nell'area di piazza Tahrir. Nell'intervista, Nassar ha aggiunto che la procura ha ricevuto venerdi' il rapporto riguardante l'autopsia redatto dall'Autorita' di medicina legale al Cairo. Proprio venerdi' sono filtrati indiscrezioni anche sulla stampa egiziana -per esempio il quotidiano egiziano al Shouroq vicino all'opposizione- con i presunti dettagli dell'autopsia, secondo cui sui genitali del giovane vi sarebbero segni e bruciature di elettrodi.
Nella notte in cui scomparve,Giulio Regeni avrebbe lasciato il suo appartamento evisitato almeno quattro negozi forniti di telecamere di sorveglianza. Tuttavia il giorno del ritrovamento del corpo,avvenuto lo scorso 3 febbraio, nessuna autorita' avrebbe fatto esplicita richiesta ai proprietari degli esercizicommerciali a fornire i filmati. Un testimone oculare ha dichiarato ai media locali che un filmato mostrerebbe Regeni fermato e preso in custodia da due uomini, ritenuti agent idelle forze di sicurezza egiziane. Mohamed Zarea, attivista e direttore dell'Istituto Cairo per gli Studi sui diritti umani, ha sottolineato al New York Times, che il caso Regeni porta "l'impronta" dell'apparato delle sicurezza egiziana e ha portato alla luce i metodi brutali con cui agisce la polizia. (AGI)