Roma - L'Egitto vuole scoprire "tutta la verità" su quello che è successo al giovane ricercatore Giulio Regeni, ma bisogna evitare che la vicenda venga "strumentalizzata per danneggiare i rapporti" con l'Italia. è l'appello che l'ambasciatore egiziano in Italia, Amr Helmy, lancia attraverso l'AGI, pronunciando parole di cordoglio per il giovane friulano scomparso il 25 gennaio e ritrovato cadavere il 3 febbraio, con evidenti segni di tortura sul corpo. "Noi stiamo collaborando per arrivare alla verità e scoprire chi ha compiuto questo reato, portarlo di fronte alla giustizia e punirlo secondo la legge - afferma Helmy -. Non abbiamo niente da nascondere, non vogliamo coprire nulla". Proprio per questo, sottolinea, "non dobbiamo permettere a nessuno di strumentalizzare questa vicenda per danneggiare i nostri rapporti". Da qui, l'appello a "essere pazienti e ragionevoli", evitando "accuse gratuite e senza prove che avranno conseguenze su nostri rapporti". "Capiamo bene - dice - lo shock dell'opinione pubblica italiana ed egiziana, ma questa rabbia non deve danneggiare i nostri rapporti. Con il passare del tempo arriveremo alla verità". "Purtroppo i media italiani indicano i servizi di sicurezza egiziani come responsabili: questa ipotesi - afferma l'ambasciatore - è stata negata completamente sia dal ministro degli Esteri, Sameh Shoukry, che dal ministro dell'Interno, Magdi Abdel Ghaffar, che da me personalmente".
Sul caso Regeni, aggiunge Helmy, c'è "massima collaborazione da parte delle autorità egiziane", come dimostra l'aver accettato l'invio in Egitto di una delegazione investigativa italiana. "E' un trattamento speciale in nome dei nostri rapporti", sottolinea l'ambasciatore, ricordando che è "la prima volta nella storia egiziana che si accetta l'arrivo di stranieri per partecipare a un indagine di questo tipo. Solitamente accade per grandi disastri, come incidenti aerei o terremoti". Per la morte di Regeni, "cerchiamo ovunque e non escludiamo nessun movente, può essere criminale o politico, e con politico intendo fondamentalisti che hanno commesso il reato per danneggiare le nostre relazioni". "La tempistica - aggiunge - suscita interrogativi: la salma è stata scoperta durante la visita di un'importante delegazione italiana guidata dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi". "Non siamo così naif da uccidere un italiano e far trovare il corpo quando c'è la Guidi" in Egitto. "Non escludo che l'abbiano fatto per minare i rapporti - ribadisce Helmy - rapporti che sono in evoluzione e registrano grandi progressi".
Parlando proprio dei rapporti economici e commerciali tra Italia ed Egitto, Helmy sottolinea che non registrano al momento conseguenze per il caso Regeni. Parlando con l'AGI, l'ambasciatore egiziano a Roma pone l'accento sugli stretti legami tra i due Paesi. L'Egitto offre "grandi opportunità di investimento" alle aziende italiane in svariati campi, dal "settore energetico a quello edile, dai tessuti fino ai progetti sul canale di Suez". "Solo negli ultimi 7-8 mesi - ricorda ancora l'ambasciatore - l'interscambio è stato di 8,5 miliardi di dollari" e "per il momento non ho registrato nessun segnale forte" del caso Regeni sui rapporti economici.
Ambasciatore Helmy: situazione in Libia è una minaccia per Italia ed Egitto
"La situazione attuale in Libia è una minaccia" sia per l'Italia che per l'Egitto: per questo i due Paesi "lavorano insieme per garantire l'unità dello Stato libico, vogliono entrambi la stabilità del Paese e un governo di unità ma che sia capace di governare veramente". Lo ha sottolineato l'ambasciatore egiziano a Roma, Amr Helmy, mettendo l'accento sulla sintonia tra Roma e Il Cairo. La Libia "non deve essere trasformata in un centro del fondamentalismo, nè un punto di transito per l'immigrazione clandestina verso Europa, per non destabilizzare la sicurezza dei Paesi del Mediterraneo". "Italia e Egitto - ha ricordato l'ambasciatore - hanno molti punti d'incontro, lavorano insieme per garantire l'unità dello Stato libico, vogliono entrambi la stabilità del Paese e un governo di unità, ma che sia capace di governare veramente". Per Helmy, "la situazione attuale è una minaccia per entrambi, una volta arrivati a un accordo tra le parti libiche, bisogna fare un programma per la ricostruzione del Paese".
Ambasciatore Helmy: grazie alla scoperta dell'Eni cambierà lo scenario energetico del Mediterraneo
"Eni ha fatto una scoperta gigante che cambia lo scenario energetico in tutta la zona del Mediterraneo": lo ha affermato l'ambasciatore egiziano a Roma, Amr Helmy, in un'intervista all'AGI, parlando del giacimento di gas Zohr rinvenuto nell'offshore egiziano del Mar Mediterraneo. "Con questa scoperta - ha sottolineato - l'Egitto diventerà un esportatore importante di gas naturale, cambierà lo scenario, tutta la zona orientale del Mediterraneo sarà al centro della produzione del gas". (AGI)