Roma - Avanza l'esercito siriano ad Aleppo, sostenuto dai raid russi e dall'Iran, e l'offensiva innesca una nuova ondata di profughi in fuga dal combattimenti.
La Turchia, che già ospita 2,5 milioni di rifugiati, oggi ha parlato di altri 600mila persone che potrebbero mettersi in marcia in fuga dall'assedio di Aleppo.
Tornata ad Ankara, per discutere di Siria e profughi, due drammi sempre più intrecciati, il cancelliere tedesco, Amgela Merkel, si è detta "sconvolta e inorridita" dalle sofferenze causate dai raid russi. "In queste condizioni è difficile negoziare la pace", ha aggiunto, senza nascondere la delusione dopo la sospensione dei colloqui di Ginevra. Tema centrale dell'incontro con il premier Ahmet Davutoglu, l'accordo tra l'Ue e Ankara per 3 miliardi di euro di aiuti alla Turchia in cambio di un freno all'ondata.
Se l'Unione europea vuole arrestate l'immigrazione illegale, osserva il cancelliere tedesco, bisogna stabilire meccanismi che permettano a chi fugge dalla guerra di chiedere legalmente asilo in Europa. Ma "bisogna fare pressione sulla Russia affinchè Mosca metta fine ai bombardamenti sui civili, rafforzare la vigilanza alle frontiere comunitarie, coinvolgere la Nato e venire incontro alle necessità dei profughi in Turchia. L'immigrazione legale è l'unico modo di evitare che i trafficanti di esseri umani lucrino con le traversate sulle spalle di innocenti, solo a gennaio ne sono morti 300".
La Turchia non ha aperto la frontiera ai 35.000 profughi ammassati in condizioni precarie sul lato siriano del confine, ma di fatto sta creando un campo profughi all'interno della Siria per far fronte alla marea umana che preme alla frontiera. L'intenzione è creare una zona cuscinetto umanitaria con una nuova tendopoli.
Nella zona di Bab al-Salama, sul lato siriano, all'altezza del valico turco di Oncupinar, ci sono già vecchie e nuove tende. E il premier turco ha messo in guardia: "I raid russi sulla Siria non devono essere tollerati con l'idea che la Turchia accetterebbe in ogni caso i rifugiati in fuga dai bombardamenti".
"Gli ultimi sviluppi della situazione della crisi siriana sono un chiaro tentativo di fare pressione sulla Turchia e sull'Europa sul tema dei migranti", ha aggiunto, sottolineando che "non si può pensare che l'emergenza migranti pesi solo sulle spalle della Turchia".
Per parte sua la Russia è tornata a respingere l'accusa di aver volutamente fatto fallire i negoziati di Ginevra e ha voluto puntualizzare che non sono state prodotte e fornite alcune prove convincenti che dimostrino la morte di civili in seguito a bombardamenti russi.
E intanto la commissione di inchiesta Onu ha accusato il regime di Damasco di aver effettuato nelle sue prigioni operazioni di "sterminio di massa uccidendo massacrandoli di botte o torturandoli migliaia di detenuti".
E l'esito delle indagini potrebbe rapopresentare un ulteriore ostacolo sulla possibile ripresa dei negoziati di pace di Ginevra (i terzi dal 2011) aggiornati al 25 febbraio dopo il nulla di fatto nelle prime 36 ore il 31 gennaio scorso. (AGI)