Stoccolma - La Svezia chiude la porta ai migranti. Nel giorno dell'ennesimo naufragio nell'Egeo (almeno 24 morti, tra i quali 10 bambini), il governo rende noto che espellerà tra le 60mila e le 80mila persone a cui ha negato la richiesta di asilo; e li rispedirà a casa affittando voli charter (perchè i voli commerciali usati abitualmente, dato il numero enorme non bastano piu').
Intanto un altro segnale di 'chiusurà europea arriva dall'Olanda: rispedirà in Turchia tutti i richiedenti asilo che arrivano in Grecia via mare in cambio di un piano di ingresso regolare in Europa per accogliere tra i 150mila e i 250mila rifugiati.
Il governo svedese ha chiesto a polizia e ufficio migranti che organizzino le espulsioni, ma i tempi non saranno brevi: "Ci vorrà tempo, forse anni", ha spiegato il ministro dell'Interno, Anders Ygeman. Nel 2015 sono arrivati in Svezia circa 163mila richiedenti asilo, il numero più alto procapite in Europa (e delle circa 58.800 richieste di asilo valutate lo scorso anno fu accettato il 55% per cento). "Stiamo parlando di 60mila persone", ha spiegato il ministro, "ma il numero potrebbe salire a 80mila".
La decisione è la conferma delle difficoltà del governo svedese a gestire un cosi' alto numero di migranti: in rapporto alla popolazione svedese, i 163mila rifugiati che hanno fatto richiesta di asilo in Svezia nel 2015 equivarrebbero a 1,3 milioni di persone in un Paese di 80 milioni di abitanti come la Germania (che ha ricevuto l'anno scorso 1,1 milioni di rifugiati).
Il governo di Stoccolma ha annunciato la misura due giorni dopo l'uccisione di una 22enne, responsabile di un centro per minori stranieri alle porte di Goteborg, uccisa da un 15enne dopo un alterco.
In Olanda, secondo il leader laburista del PvdA, Diederik Samson, il governo del premier Mark Rutte, lavora da dicembre al piano. L'Olanda, che questo semestre occupa la presidenza di turno del Consiglio Ue, ha già avviato i contatti con un gruppo di Paesi dell'Ue e l'obiettivo è cominciare ad applicarlo a partire dalla primavera (prima pero' la Turchia deve ottenere la definizione di Paese sicuro dall'Ue).
Il Regno Unito invece ha reso noto che accoglierà i figli di rifugiati che siano stati separati dalla loro famiglia a causa dei conflitti in Siria e in altri Paesi. In gergo si chiamano 'minori non accompagnati'. Londra ha chiesto all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati di "identificare le situazioni eccezionali nelle quali è meglio, nell'interesse dei minori, il loro trasferimento nel Regno Unito", ha fatto sapere il governo, precisando tuttavia che nella "grande maggioranza" dei casi è bene che rimangano vicino al loro Paese di origine con familiari. Save the Children chiedeva al Regno Unito che il governo accogliesse almeno 3mila minori. (AGI)
(28 gennaio 2016)