Roma - Il 28 gennaio 1986 alle 17.39 (ora italiana) lo space shuttle Challenger decollato dalla base di Cape Canaveral con destinazione Marte esplode subito dopo essersi alzato da terra. Il sogno si infrange dopo 73 secondi davanti agli occhi increduli di tutto il mondo.
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A perdere la vita sono tutti e sette i membri dell'equipaggio. La Nasa ricorda la tragedia con un videotributo ai suoi astronauti, celebrati insieme agli altri deceduti nelle missioni spaziali. Nella tragedia del 1986 - la navetta era al suo decimo volo - muoiono il comandante Francis (Dick) Scobee (47 anni); il pilota Michael Smith (41); gli specialisti di missione Judith Resnik (37), Ronald McNair (36) e Ellison Onizuka (40); lo specialista di carico Gregory Jarvis (42) e la prima maestra che si preparava a fare dello shuttle una specialissima aula didattica, Sharon Christa McAuliffe (38).
Il 28 gennaio di ogni anno la Nasa nella sua 'Giornata della memoria' onora tutti i suoi 'eroi' con due cerimonie, una al cimitero di Arlington (Virginia), quest'anno presieduta dal direttore dell'agenzia, Charles Bolden, e l'altra al Kennedy Space Center in Florida. "L'esplorazione dello spazio e' una delle sfide piu' complesse in cui siamo impegnati - ha sottolinato il presidente Usa Barack Obama nel messaggio inviato alla Nasa per l'occasione - dall'Apollo 1, al Challanger fino al Columbia, americani coraggiosi hanno sacrificato la loro vita per spingersi sempre oltre ed esplorare nuove frontiere". Eppure, ha continuato, "nonostante tutti i pericoli continuiamo a cercare di raggiungere le stelle. Le nuove partnership con l'industria privata porteranno allo sviluppo di invenzioni rivoluzionarie che gli americani porteranno nel sistema solare e un giorno su Marte. Il nostro viaggio prosegue". (AGI)
(28 gennaio 2016)