Parigi - Malgrado il decesso di un volontario caduto in coma dopo aver assunto un analgesico sperimentale, e i danni neurologici accusati da altri quattro, in Francia "allo stato attuale nessuna ragione giustifica la sospensione dei test clinici sui farmaci": così il ministro della Sanità, Marisol Touraine, che pure in un'intervista rilasciata all'emittente radiofonica 'Rtl' ha ammesso "l'esistenza di un problema grave, considerevole, inedito per noi". Però, si è affrettata ad aggiungere, "occorre comprendere quello che è successo, non interrompere la sperimentazione nel suo complesso". Touraine ha invece puntato il dito contro il laboratorio di ricerca 'Biotrial' di Rennes, responsabile del programma per contro della casa produttrice portoghese 'Bial', perché avrebbe informato le autorità del ricovero d'urgenza della prima delle 'caviè, quella poi spirata, soltanto giovedì scorso: vale a dire ben quattro giorni dopo l'improvvisa apparizione dei sintomi d'intossicazione sfociati nella morte cerebrale.
"Un allarme più rapido sarebbe stato apprezzato, e di fronte a un evento di tale gravità ci saremmo aspettati che i responsabili della ricerca ci avessero contatti con maggiore tempestività", ha accusato il ministro. I vertici di 'Biotrial' si sono difesi affermando alternativamente che la società lusitana si era mossa subito, oppure che in realtà le condizioni disperate della vittima erano emerse soltanto dopo qualche giorno. Nel frattempo proseguono le tre inchieste parallele aperte rispettivamente dalla magistratura, dall'agenzia nazionale per la sicurezza farmacologica e da un organismo interministeriale di sorveglianza sui servizi sociali. Le risultanze di una di esse, ha spiegato la signora Touraine senza specificare quale, sono attese "entro la fine del mese". Quanto ai ricoverati superstiti, e a una quinta persona monitorata in ambito extra-ospedaliero, le loro condizioni continuano a essere "stabili", ha concluso. (AGI)
(18 gennaio 2016)