Ginevra - Il mondo può tirare un sospiro di sollievo: l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato la fine dell'epidemia di ebola in Africa occidentale. La Liberia è stato l'ultimo Paese interessato e liberato dall'epidemia. Un'epidemia che, in due anni, ha causato la morte di oltre 11mila persone.
Per la prima volta da quando accertò il primo caso, nel dicembre 2013, l'Oms ha dichiarato che tutte le catene di contagio sono state interrotte nei tre Paesi più colpiti dall'epidemia: oltre alla Liberia, la Guinea e la Sierra Leone, i tre Paesi in cui, al picco dell'epidemia, quando i cadaveri si ammucchiavano negli obitori e negli angoli delle strade, i nuovi casi si contavano a centinaia ogni settimana.
"Il lavoro non è finito", ha però avvertito l'Oms, assicurando che c'è il rischio che si vedano altri casi nei prossimi mesi. "Dobbiamo continuare a rimanere vigili", ha detto a Ginevra Peter Graaff, responsabile della risposta all'ebola in seno all'organizzazione Onu.
ARCHIVIO AGI - Ebola, identikit del virus killer che spaventa l'Africa (LEGGI)
L'annuncio dell'organizzazione arriva 42 giorni dopo che gli ultimi casi accertati in Liberia sono diventati negativi.
Quella appena conclusa è stata l'epidemia più grave e letale da quando, 40 anni fa, il micidiale virus fu individuato.
L'epidemia cominciò nel dicembre 2013 nel sud della Guinea e si propagò rapidamente alla Liberia e alla Sierra Leone, i tre Paesi più colpiti, e successivamente anche in Nigeria e Mali. In due anni, ha interessato dieci Paesi, tra cui anche Italia, Spagna e Usa, e ha causato 11.315 vittime delle 28.637 persone contagiate.
(14 gennaio 2016)