Il Gotha dello star system di Hollywood, 300 attrici tra cui la collezionista di premi Oscar Meryl Streep, Jennifer Lawrence, Nicole Kidman, Gwyneth Paltrow, Uma Thurman - solo per citare alcune delle più note - hanno scritto una lettera sul New York Times rivolta alle loro "care sorelle" per lanciare un'iniziativa corale contro le molestie sessuali, non solo nel mondo del cinema ma in qualsiasi luogo di lavoro negli Stati Uniti.
Né Wall Street, né la politica, né il giornalismo si sono rivelati immuni all'epidemia di palpeggiamenti, abbracci eccessivi, baci non richiesti, tutti fenomeni che con termini diversi, si riassumono con il termine molestie. In qualche caso, stupro. Questa la risposta allo tsunami di rivelazioni di come le molestie sessuali siano un autentico sistema a Hollywood ma non solo. Scandalo emerso dopo lo scoop sempre del Nyt che, per primo, il 5 ottobre scorso rivelò le abitudini predatorie sessuali del produttore, ex re Mida di Hollywodd, Harvey Weinstein.
Battezzata "Times Up" (Tempo scaduto) l'iniziativa vede impegnate le star del cinema per scuotere l'America a favore di quelle donne non celebri come loro che però hanno subito e continuano a subire lo stesso tipo di abusi senza avere la notorietà per denunciare i loro aguzzini. "Con fervore noi esortiamo i media che hanno coperto le notizie sulle molestie sessuali a Hollywwod a fare altrettanto sulle miriadi di casi di donne che lavorano in settori meno affascinanti e sotto i riflettori". Le attrici si riferiscono "ad ogni donna che lavora nell'agricoltura che è stata oggetto di avances sessuali moleste dai loro capi, ad ogni cameriera palpeggiata da un cliente che si aspetta solo di ricevere in cambio un sorriso complice...noi stiamo con voi. Noi vi sosteniamo".
"Times Up" ha anche un obiettivo concreto: raccogliere almeno 15 milioni di dollari per costituire un fondo per fornire assistenza legale alla vittime di molestie ed in 12 giorni sono già stati messi da parte 13,4 milioni. L'iniziativa punta anche a cambiare la legge per ottenere norme più severe per punire più duramente le molestie e le discriminazioni sessuali sul posto di lavoro.
Le 300 star di Hollywood, tra le altre moltissime vittime di Weinstein come Ashley Judd (la prima a rivelare di essere stata vittima di Weinstein che le rovinò la carriera per dopo il suo rifiuto di concedersi), Kate Beckinsale, Salma Hayek, cui si aggiungono, Natalie Portman, Amy Schumer, Cate Blanchett, Emma Thompson, Halle Berry, Julianne Moore, Keira Knightley, Penelope Cruz, Reese Witherspoon, Scarlett Johansson, Susan Sarandon) sostengono che più donne debbono raggiungere i piani alti delle big corporate Usa per porre fine al clima diffuso che porta a chiudere un occhio sui comportamenti scorretti degli uomini, anche quando questi vengono denunciati rispettando le regole interne. Anche "Timès Up" sostiene l'iniziativa, sposta anche da molti attori, di indossare solo abiti neri, a lutto per i diritti violati delle donne, domenica alla sera dei Golden Globes.