Per essere rispettata a lavoro alla donna non basta essersi guadagnata un posto al comando. Il potere nei luoghi di lavoro, infatti, non impedisce le molestie sessuali. Anzi, sono proprio le donne che occupano posizioni di supervisione a essere maggiormente molestate, rispetto alle donne dipendenti. Almeno questo è quanto emerso da un nuovo studio condotto dall'Università di Stoccolma, che ha esaminato le condizioni lavorative delle donne in Svezia, negli Stati Uniti e in Giappone.
Analizzando le risposte a tre ricerche, che hanno coinvolto un totale di 23.994 donne, i ricercatori hanno studiato la prevalenza delle molestie sessuali all'interno della gerarchia delle organizzazioni. Ebbene, lo studio mostra che le donne con posizioni di supervisione hanno subito tra il 30 e il 100 per cento in più di molestie sessuali rispetto alle donne dipendenti. Confrontando i livelli di leadership, l'esposizione alle molestie è stata maggiore ai livelli più bassi di leadership, ma è rimasta sostanziale o simile nelle posizioni più alte.
"Quando abbiamo iniziato a studiare le molestie sessuali, ci aspettavamo una maggiore esposizione per le donne con meno potere sul posto di lavoro. Invece abbiamo trovato il contrario", afferma Johanna Rickne, una delle autrici della ricerca. "Se ci pensi, ci sono spiegazioni logiche: un supervisore è esposto a nuovi gruppi di potenziali molestatori. Può essere molestata sia dai suoi subordinati che dai dirigenti di alto livello all'interno dell'azienda", aggiunge.
In tutti e tre i paesi - Svezia, Usa e Giappone - le donne con posizioni di supervisione erano soggette a maggiori molestie quando i loro subordinati erano costituiti principalmente da uomini. "Le molestie sessuali significano che l'avanzamento della carriera delle donne ha un costo maggiore rispetto agli uomini, specialmente nelle industrie e nelle aziende dominate dagli uomini", spiega Olle Folke, altra autrice dello studio. "Ulteriori dati di ricerche condotte dagli Stati Uniti e dal Giappone hanno mostrato che le molestie nei confronti delle autorità di vigilanza non erano solo più comuni che per i dipendenti, ma avevano anche conseguenze sociali e professionali più negative, tra cui quella di ottenere la reputazione di 'piantagrane' e di rinunciare a promozioni o formazione", aggiunge.