Il suo nome nella translitterazione anglosassone diventa Henrikh Hamleti Mkhitaryan ed è uno dei centrocampisti più forti del mondo. Gioca nell’Arsenal, uno dei club più gloriosi della Premier League, è arrivato a Londra durante la sessione di calciomercato invernale dell’anno scorso nell’ambito dell’affare che ha portato Alexis Sanchez al Manchester UTD. Ma l’annata dell’Arsenal non è delle migliori e la posizione in classifica permette quest’anno soltanto la partecipazione all’Europa League, che quasi certamente vivrà da protagonista.
L’Arsenal si, ma non Mkhitaryan, che per la partita di stasera contro il Qarabag non ci sarà; ma dietro non c’è né un infortunio né una scelta tecnica del mister ma una storia decisamente più delicata. Il Qarabag infatti milita nel campionato dell’Azerbaijan, paese attualmente in guerra contro l’Armenia per il controllo del Nagorno-Karabakh piccola enclave contesa tra le due Repubbliche, a metà tra due etnie che mal si sopportano.
Una guerra addormentata dal 1994, da quando Il 5 maggio a Bişkek, capitale del Kirghizistan, viene firmato tra i rispettivi ministri della difesa un accordo di cessate il fuoco. Accordo che chiaramente non ha reso la vita più semplice, violato molte volte da allora, che non può far dimenticare un conflitto che in soli due anni effettivi di guerriglia, dal 92 al 94, ha causato 30 mila morti, 80 mila feriti e diverse centinaia di migliaia di profughi costretti a lasciare le loro case per passare da una parte all’altra della barricata.
Mkhitaryan è un classe ’89 ed ha vissuto in Armenia fino al 2009, quando lascia il paese per aggregarsi agli ucraini del Metalurh Donec'k; ciò vuol dire che è nato e diventato adulto in perenne clima di guerra. Poi la vita, ma soprattutto la passione per il calcio e il suo enorme talento, gli hanno regalato una vita più serena, lo hanno portato a vestire maglie prestigiose, tre in particolare: Borussia Dortmund, Manchester UTD e ora Arsenal, ma il passato bussa nuovamente beffardo alla sua porta.
L’Arsenal finisce nel girone con gli azeri del Qarabag e, per la sua sicurezza, decide di non farlo nemmeno viaggiare con la squadra. Come riporta il sito di Sky Sport, l’allenatore del Qarabag, Gurban Gurbanov (azero), non la prende benissimo e commenta arrabbiato la mancata convocazione di Mkhitaryan da parte dei Gunners: “L’Arsenal potrebbe temere che davanti a 60 mila tifosi azeri Mkhitarian abbia troppa pressione addosso ed è per questo che non lo hanno portato con loro. Non è la prima volta che non viene in Azerbaijan. Fino ad ora, comunque molti sportivi armeni sono venuti qui: è scelta dell’Arsenal non averlo convocato”.
Una scelta presa evidentemente quasi come un insulto ed è vero, non è la prima volta che il centrocampista rinuncia a trasferte in terra azera, era già successo quando vestiva i colori del Borussia Dortmund. Ma la scelta della società londinese è irrevocabile ed è stata presa già all’indomani dei sorteggi: “La sicurezza generale e quella di tutti i nostri giocatori è sempre una priorità assoluta per noi”, aveva dichiarato per bocca di un loro portavoce a fine agosto.
Sulla carta l’Arsenal dovrebbe svolgere il compitino in scioltezza anche senza l’apporto tecnico di Mkhitarian, ma un problema sorge all’orizzonte: la finale di Europa League quest’anno si giocherà proprio a Baku, capitale dell’Azerbaijan e l’Arsenal certamente è tra le squadre favorite per arrivarci; cosa succederà allora? Il clima in tal caso si sospetta potrebbe essere decisamente più caldo per Mkhitarian, il centrocampista armeno che non riesce in nessun modo a dribblare il proprio passato.