Torna a salire la tensione nel Pacifico. La Corea del Nord ha lanciato due missili balistici a corto raggio. Ne ha dato notizia a Seul il vertice dell'esercito sudcoreano. I lanci sono stati effettuati alle 5:34 e alle 5:57 ora locale (nella tarda serata italiana, alle 22:34 e 22:57 di mercoledì) dalla penisola di Hodo, vicino alla città di Wonsan (sulla costa nord-orientale coreana), verso il Mar del Giappone.
Uno dei proiettili ha percorso circa 430 chilometri, l'altro ha volato un pochino di piu', entrambi poi sono caduti in mare. I due missili, lanciati da piattaforme mobili, hanno raggiunto un'altezza di circa 50 chilometri. Non è chiaro se al lancio abbia assistito lo stesso Kim Jong-un.
È stato il primo lancio da quelli fatti a maggio, che erano stati supervisionati personalmente dal leader nordcoreano e dei quali i media del regime di Pyonyang, che al momento tacciono, avevano dato notizia tempestiva. A Seul, l'ufficio presidenziale ha dichiarato che il Consiglio di sicurezza nazionale valuterà la situazione nella sua riunione odierna (l'organismo si riunisce ogni giovedì) e che il presidente Moon Jae-in è stato informato dettagliatamente del test. "L'esercito sta controllando la situazione in caso di ulteriori lanci e si mantiene pronto", ha aggiunto il Comando Congiunto sud-coreano.
A Tokyo, l'agenzia giapponese Kyodo News ha raccolto una fonte governativa anonima secondo cui i missili non hanno raggiunto la zona economica esclusiva del Giappone e non hanno avuto alcun impatto sulla sicurezza nazionale del Paese. Ma il governo nipponico è evidentemente irritato.
In base alle indicazioni raccolte dai militari, la Corea del Nord potrebbe avere sperimentato la sua versione dei missili balistici russi Iskander, già testati a maggio scorso. Armi che, pur essendo un'arma a corto raggio, costituiscono una violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite.
Il nuovo test giunge all'indomani dell'incontro a Seul tra il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa, John Bolton, e funzionari sud-coreani e potrebbe complicare, anche se non necessariamente fermare, gli sforzi per la ripresa del dialogo tra Stati Uniti e Corea del Nord.
Il regime, nei giorni scorsi, aveva protestato per le manovre militari congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud in programma per agosto e Kim aveva ispezionato un nuovo sottomarino a disposizione delle Forze Armate, in grado di lanciare missili balistici. Sono segnali, secondo gli analisti, che il giovane dittatore vuole continuare i colloqui sulla denuclearizzazione con gli Usa. La ripresa, dopo l'incontro a sorpresa tra Kim e il presidente americano, Donald Trump, all'indomani del G20 di Osaka, era attesa per la metà di luglio. Ma al momento non ce n'è traccia.
I missili Iskander
L'Iskander (nome in codice NATO SS-26 Stone, dove SS sta per Surface to Surface, missile terra-terra) è un sistema balistico mobile adatto a colpire obiettivi a breve-media distanza, fissi o in movimento come bunker, aeroporti, batterie di missili, mezzi corazzati e treni.
La testata, singola, può essere nucleare o convenzionale (con ordigni a grappolo, a frammentazione, elettromagnetiche) con 800 chili di esplosivo. Ha una gittata di 300 chilometri che però può essere incrementata ed arrivare quasi a 500 chilometri.
È in grado di eludere le difese avversarie come il missile Patriot americano. Tutto il sistema è costituito da un Tel (Transporter Erector Launcher, il mezzo lanciatore) con due missili, un veicolo da trasporto e carico piu' un altro di comando e controllo. Secondo gli analisti, Pyongyang potrebbe averli importati direttamente dalla Russia oppure attraverso Paesi terzi.