Nulla di fatto a Vienna per l'Italia, impegnata in un braccio di ferro con l'Ue per ottenere una gestione condivisa dei flussi migratori e una modifica delle regole sugli sbarchi: si spera ancora nel possibile sostegno di altri Paesi, ma non si nasconde la frustrazione e da Venezia il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha minacciato l’uscita dalla missione Sophia se non si trova un accordo. All’orizzonte incombe la minaccia di chiudere tutti i porti italiani, annunciata per fine agosto in occasione della riunione Cops del mese scorso.
L’Italia si è presentata a Vienna con una proposta di modifica delle regole sugli sbarchi che verte su tre punti: rotazione dei porti, prevalenza del principio Sar (search and rescue) su quello geografico, creazione di una Unità di coordinamento ad hoc con Frontex e rappresentanti di tutti i Paesi Ue.
A presentarla è stata il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, alla riunione informale dei colleghi Ue: “Ho trovato porte aperte ma anche chiuse”. “Speriamo e crediamo che qualcosa possa ancora cambiare perché domani c'è un nuovo incontro" dei ministri degli Esteri dei Ventotto, ha aggiunto la responsabile del dicastero, che guarda in particolare ai Paesi rivieraschi del Mediterraneo come Francia e Spagna, ma anche alla Germania, che “domani potrebbe essere a bordo”.
Lo scontento del ministro
Una speranza che lotta però con lo sconforto. “Oggi mi sento delusa perché ho visto che l'Europa non c'è, ma sono fiduciosa”, ha sottolineato Trenta, senza nascondere lo scontento. "Tutti dicono di percepire l'importanza del problema, però per ora si rimanda la soluzione". E sulla possibilità che l’Italia esca dalla missione Sophia in caso di mancata intesa, per il ministro “tutti condividono la sua importanza, e noi siamo i primi. E' chiaro che dovremmo fare le nostre considerazioni, ogni decisione verrà presa insieme al governo e al premier, Giuseppe Conte".
Più netto Salvini, che dall’Italia ha ironizzato: “La missione navale Sophia ha un bel nome ma spesso non bellissimi risultati”. “Ho chiesto di condividere i porti di sbarco. Se anche a fronte di questo nuova richiesta otterremo un ‘no’ dovremo valutare se continuare a spendere soldi per una missione che sulla carta è internazionale ma di fatto è tutta a carico di 60 milioni di italiani e di un solo Paese”. "Al momento abbiamo ricevuto un sacco di no da Macron e da altri - ha concluso - Abbiamo quasi esaurito tutti i ‘bonus dei no’. Poi faremo da soli, di sicuro non ci manca la fantasia e le capacità”.
Sulla necessità di una gestione europea del fenomeno migratorio è tornato a insistere il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, anche lui a Vienna per la riunione informale dei capi della diplomazia dei Ventotto. "Chiediamo la solidarietà dei paesi Ue e speriamo ancora che arrivi, prima o poi. E che non sia troppo tardi", ha avvertito. Parlando al termine della sessione del Consiglio permanente dell'Osce, di cui l'Italia è presidente di turno, il titolare della Farnesina ha ricordato che "i migranti dall'Africa subsahariana si dirigono verso l'Europa, non un dato Paese. Ecco perché riteniamo che la responsabilità della gestione del flusso migratorio dovrebbe essere europea". "Se la lasciamo ai singoli Paesi, sulla base solo della geografia o peggio delle rotte decise da trafficanti di esseri umani – ha sottolineato - stiamo facendo veramente un errore".
Un rinvio alla fine di settembre
Il tempo è agli sgoccioli e le speranze che si raggiunga un’intesa sembrano vane, si pensa già a un piano b. Intanto, l’ipotesi più probabile è che si rimandi la discussione alla riunione dei capi di Stato e di governo Ue a Salisburgo il 20 settembre. La rappresentante per la Politica estera Ue, Federica Mogherini, ha assicurato che farà “tutto il possibile per contribuire a trovare il consenso tra gli Stati membri su soluzioni pratiche: ancora non c’è, ma c’è consenso sulla necessità di trovarle". Sulla missione Sophia, “spero in un risultato concreto nelle prossime settimane – ha aggiunto - Non è un compito facile, ma ritengo che sia un dovere: in questi mesi, l'Ue ha dimostrato che è in grado di fare la differenza nel Mediterraneo e perdere questo bene sarebbe un grande passo indietro per tutti gli Stati membri”. Nella riunione dei ministri della Difesa, ha riferito, si è deciso che si "continuerà a lavorare insieme per trovare soluzioni pratiche e sostenibili" sulla gestione degli sbarchi nei porti europei "con atteggiamento costruttivo".
“Il risultato principale della discussione di oggi è il pieno supporto di tutti gli Stati membri all'operazione Sophia”, ha affermato Mogherini, senza nascondere che “quella sulla solidarietà è una discussione molto difficile", ma "sarebbe bene che gli Stati membri valutassero di assumersi maggiore responsabilità”.