Un accordo Ue-Cina per il governo dei flussi migratori dall'Africa: "Capisco che può sembrare un'utopia, ma ci farebbe fare un enorme salto avanti". Ne è convinto Romano Prodi che indica questa strada intervistato da La Stampa. Si tratta di un disegno "complesso, ma so che è importante farlo. Europa e Cina hanno interessi convergenti. "La Cina - ricorda - ha interessi molto forti in Africa per un motivo molto semplice. Ha il 7% delle terre arate del pianeta e il 20% della popolazione mondiale. Finché le persone erano rassegnate a soffrire la fame il problema non si poneva. Quando sono aumentati i consumi e le aspettative individuali e collettive, il governo cinese è andato a cercare cibo, energia e materie prime là dove poteva trovarle: in altri paesi dell'Asia, America Latina e in Africa".
Quindi la Cina è un soggetto molto importante nel quadrante africano e per Prodi "basta un minimo di intelligenza politica per capire che uno sviluppo ordinato dell'Africa garantirebbe flussi migratori ordinati". Si tratta innanzitutto di superare le resistenze francesi e "di tutti coloro che conservano interessi specifici sui singoli Stati". Certo sarebbe utile coinvolgere anche Russia e Stati Uniti, ma non è così fondamentale: gli Usa "non hanno bisogno dell'Africa. Sono autosufficienti dal punto di vista energetico, alimentare e delle materie prime. E sostanzialmente la stessa cosa vale per la Russia. Partire con Europa e Cina sarebbe già una gran cosa".
Mappa della presenza cinese in Africa
La Cina è il primo partner commerciale dell’Africa: il volume di scambi è pari a 180 miliardi di dollari annui. Gli investimenti cinesi si concentrano in Etiopia, Algeria, e Nigeria. È soprattutto l’Etiopia il Paese africano dove Pechino ha riversato negli ultimi dieci anni il maggior numero di investimenti: 330 miliardi in totale a partire dal 2005, di cui 280 in Africa Sub-Sahariana e 50 in Nord Africa. Alta concentrazione nel settore delle infrastrutture: trasporti ed energia.
Di recente Yapi Merkezi, il colosso edile turco, ha soffiato ai colossi cinesi l’appalto per la costruzione della linea ferroviaria: un’opera da quasi 2 miliardi di dollari che collegherà Awash con Hara Gebeya, 4 mila chilometri di binari che uniranno il Nord proprio con il Centro dell’Etiopia. Erdogan incalza Washington e infastidisce Pechino, anche se è troppo presto per dire che la Turchia (l’ultima potenza a entrare in Africa, dopo Europa, Stati Uniti, India e Cina) possa inquietare la consolidata presenza cinese.
La ferrovia garantirà allo Stato africano uno sbocco strategico sul Mar Rosso: i vagoni arriveranno fino a Gibuti. Qui la Cina ha aperto la prima base navale all’estero. La partnership strategica con il piccolo Stato è di importanza strategica per Pechino nel continente, e all'interno del suo progetto di connessione infrastrutturale tra Asia, Europa e Africa: Belt and Road, lanciato nel 2013 dal presidente cinese, Xi Jinping. “Gli Stati Uniti – ha detto Prodi - hanno alcune centinaia di basi militari all’estero e molte migliaia di soldati solo nelle basi militari in Italia. Così gli inglesi, i francesi e i russi: tutti hanno basi militari all’estero. E’ una questione strategica fondamentale. I cinesi ne hanno una e l’hanno messa lì dove passa il petrolio per la Cina”.