Era "diretto contro l'ambasciata italiana a Tripoli" il razzo Grad che oggi all'alba ha colpito il quarto piano dell'hotel al-Waddan, nella capitale libica. Lo riferisce la stampa libica, in particolare il quotidiano Libya Times, che cita anche un giornalista che lavora per l'ambasciata libica a Tunisi. Da giorni si combatte a Tripoli e gli scontri hanno preso una piega pericolosa nelle ultime ore. Non solo non si sono fermati, nonostante l'ennesimo accordo di cessate il fuoco, il terzo in quattro giorni: secondo il quotidiano, i due missili Grad sparati all'alba erano diretti l'uno contro l'ambasciata italiana, l'altro verso l'ufficio del primo ministro. Il primo razzo ha mancato l'ambasciata "di pochi metri" colpendo il quarto piano dell'hotel al-Waddan: sono rimaste ferite tre persone e sul web sono subito circolate le immagini delle stanze, con il pavimento bagnato di sangue. Il secondo attacco non ha invece avuto conseguenze perchè il razzo ha mancato l'ufficio del premier sulla al-Sikkah Road ed è atterrato in una casa dall'altra parte della strada. Jamal al-Kafali, un giornalista che lavora per l'ambasciata libica in Tunisia, ha pubblicato le foto di quanto accaduto sulla sua pagina Facebook, confermando che i missili erano diretti all'ambasciata italiana e all'ufficio del primo ministro.
Ancora ignota l'identità degli autori: secondo il quotidiano, "mentre molti incolpano le milizie Kani di Tarhouna (anche note come la "Settima Brigata") di stanza nel distretto meridionale di Tripoli di Qasr bin Ghashir, altri chiamano in causa le milizie con sede nella caserma di Hamzah che si trova in una zona nella parte occidentale di Tripoli conosciuta come "la strada dell'aeroporto".