Dopo aver sopportato per anni le pressioni familiari per un matrimonio combinato, la giovane 24enne pakistana Nashra Balagamwala ha avuto un’idea: perché non trasformare questo tema spinoso in un gioco da tavolo in modo da poterne finalmente parlare liberamente e, magari, diffondere consapevolezza su una tradizione asfissiante e ingiusta?
È nato così ‘Arranged!”, ‘combinato’, un gioco completo con tanto di carte e pedine da spostare. L’obiettivo è evitare a tutti i costi un’unione decisa dalla famiglia con un uomo che di solito si è potuto conoscere solo qualche settimana prima del fatidico sì e con il quale bisognerà restare tutta la vita. Così, le giocatrici cercano di sfuggire alla temibile ‘zia’, la sensale di matrimoni, tradizionalmente incaricata di trovare il promesso sposo.
Un gioco creato con spezzoni di esperienze vissute
Nel crearlo, Nashra si è ispirata a episodi di vita vissuta, suoi e delle sue amiche: “Ho preso esempio dalle numerose cose che ho fatto per evitare io stessa un matrimonio combinato, come parlare di voler avere una carriera, indossare falsi anelli di fidanzamento, avere amici maschi, o abbronzarmi, la pelle scura è considerata meno attraente nella cultura pakistana”.
L’intento, spiega, è quello di “divertirsi a giocare così come di aprire gli occhi”. “Non potevo accettare il fatto che dovessi passare il resto della mia vita con qualcuno che ho conosciuto solo per un paio di settimane e che era stato scelto per me sulla base di ricchezza, status sociale e altri fattori superficiali”.
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Ma molto in Pakistan non hanno gradito per niente l'iniziativa
Da parte sua, l’obiettivo in parte è già raggiunto: “Ho parlato di un tema che mette a disagio i pakistani, e quindi ora non sono più la perfetta sposa sottomessa che stanno cercando!”, ha sottolineato, ironizzando. Arrivare a creare questo gioco non è stato facile: a 18 anni è volata via da casa, e dalle pressioni familiari, ed è andata a New York per studiare alla Rhode Island School of Design. Poi ha lavorato per l’azienda di giochi Hasbro, e mentre si avvicinava la data del rientro in Pakistan, ha avuto l’ispirazione. Ora quell’idea vedrà anche la luce, perché il progetto, lanciato su Kickstarter per ottenere l’investimento iniziale previsto di 6mila dollari, ha conquistato oltre 300 sostenitori, raggiungendo quasi 16mila dollari. Con quei soldi, Nashra pensa di poter realizzare almeno 500 giochi da tavolo nella prima produzione.
Accanto alle tante reazioni entusiastiche - non solo di ragazze pakistane ma da tutto il mondo - ci sono stati anche commenti molto negativi da parte di pakistani che si sono sentiti offesi e l’hanno definita una “disgrazia perché ho parlato male della società”. Ma lei non ha intenzione di fermarsi: “parlare di questo argomento è stata una delle cose più difficili che abbia mai dovuto fare. Ho rischiato di perdere molto ma l’ho fatto nella speranza che un giorno, una ragazza lì fuori guarderà a questa storia e le darà il coraggio di fare lo stesso”.