di Andrea Cauti
Roma - C'è un filo sottile che unisce tre degli uomini più controversi della seconda decade del millennio, tre whistleblower, tre 'gole profonde': Chelsea Elizabeth (già Bradley Edward) Manning, Julian Assange ed Edward Snowden. Tutti e tre autodefinitisi paladini della libertà, portatori di verità e difensori dei diritti dell'uomo. Tutti e tre accusati di aver messo a repentaglio la sicurezza mondiale e per questo perseguitati dalla giustizia. Due visioni opposte che vedono il mondo diviso tra coloro che li credono degli eroi (e li candidano ogni anno al Premio Nobel per la Pace) e chi invece - tra cui molti governi - li ritiene irresponsabili e folli. Il primo ad aver inferto un colpo micidiale alla credibilità dei 'difensori' della democrazia occidentale, Usa in primis, è stato - solo grazie al materiale fornitogli dalla talpa e complice, l'ex soldato americano Bradley Manning - l'australiano Julian Assange. Ex hacker, giornalista, appassionato di filosofia, il fondatore di Wikileaks - organizzazione internazionale senza scopo di lucro che carica sul proprio sito web documenti riservati coperti da segreto - il 28 novembre 2010 attraverso il sito ha reso di pubblico dominio oltre 251mila documenti contenenti informazioni confidenziali inviate da 274 tra ambasciate e uffici consolati americani in tutto il mondo al dipartimento di Stato degli Stati Uniti a Washington. Nei documenti sono incluse valutazioni sul comportamento pubblico e privato di capi di Stato europei, sui rapporti tra Stati Uniti ed Estremo Oriente e sulle posizioni dei più importanti Stati alleati inclusa l'Arabia Saudita, principale fiancheggiatore degli Stati Uniti e nel contempo, segretamente, principale finanziatore della rete terroristica di Al-Qaeda.
Gli ambasciatori riferiscono a Washington informazioni e opinioni su una molteplicità di personaggi di spicco di molti Stati fra cui l'ex presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi, l'ex presidente francese Nicolas Sarkozy, quello russo Vladimir Putin e quello kazako Nursultan Nazarbaev. La Svezia ha chiesto l'arresto di Assange per reati sessuali nel 2010. Rifugiatosi in Gran Bretagna, il fondatore di Wikileaks al momento vive a Londra, rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador, che gli ha recentemente staccato la connessione web dopo che la sua organizzazione ha diffuso a puntato 20.000 della candidata democratica alle presidenziali Usa dell'8 novembre Hillary Clinton. Fonte degli scoop di Assange, e finora univa vittima a pagre con una condanna a 35anni di carcere, è Bradley Edward Manning, ex militare statunitense accusato di aver trafugato cetnianai di migliaia di documenti riservati mentre svolgeva il suo incarico di analista di intelligence durante le operazioni militari in Iraq, e di averli consegnati proprio ad Assange che li ha pubblicati su Wikileaks. Tra i documenti consegnati anche il video 'Collateral Murder' (in cui due elicotteri Apache americani attaccano uccidendo 12 civili disarmati).
Denunciato alle autorità militari Usa dall'hacker Adrian Lamo, al quale aveva confidato in una conversazione via chat di aver passato a Julian Assange una serie di documenti confidenziali, venne arrestato e imprigionato in Kuwait per due mesi, poi trasferito nel carcere militare di Quantico in Virginia dove è rimasto dieci mesi in isolamento. Solo a seguito delle pressioni internazionali gli Usa hanno adottato per lui misure detentive meno dure. Il 21 agosto 2013 è stato condannato a 35 anni di prigione per 20 dei 22 capi d'accusa (assolto da quella di connivenza con il nemico che prevede anche la pena di morte). Immediatamente dopo la condanna, Manning ha pubblicamente reso noto di non riconoscersi nel genere maschile e di avere una percezione di sé femminile e ha cominciato una trattamento ormonale utile per il cambio di genere. Oggi è donna e si chiama Chelsea Elizabeth.
Chelsea Elizabeth Manning tenta per la seconda volta in tre mesi il suicidio in carcere
Del caso di Manning e della sua detenzione in isolamento si è occupato anche l'avvocato e giornalista Glenn Greenwald che ha denunciato le condizioni inumane di prigionia di un uomo non condannato per alcun reato. Proprio questo impegno in favore di Manning, ha spinto nel 2013 l'ultima 'gola profonda' (la definizione esatta e' 'whistleblower'), Edward Snowden, a scegliere lui e il suo giornale per la pubblicazione delle sue rivelazioni sul 'Grande fratello' informatico creato della National Security Agency (Nsa), la superagenzia per la sicurezza nazionale. Snowden ha rivelato diverse informazioni su programmi di intelligence segretati, tra cui il programma di intercettazione telefonica tra Stati Uniti e Unione europea riguardante i metadati delle comunicazioni, il 'Prism', 'Tempora' e altri programmi di sorveglianza su Internet. L'ex esperto informatico della Cia, poi collaboratore della Nsa, ha affidato le sue rivelazioni alla stampa, a Greenwald in particolare che col suo giornale, 'The Guardian', ha vinto il premio Pulitzer nel 2014 per il miglior giornalismo di pubblico servizio. Come Assange e Manning prima di lui, anche Snowden è stato accusato di spionaggio, di aver messo a repentaglio la sicurezza nazionale Usa e reati simili. E anche lui è stato costretto a fuggire dal suo Paese. A lui, comunque, è andata meglio degli altri due: oggi vive in Russia con un permesso di soggiorno di tre anni. Sulla vicenda di Edward Snowden il regista premio Oscar, Oliver Stone, ha realizzato un film presentato all'ultima Festa del Cinema di Roma.
(AGI)