Migliaia di persone, amici e parenti di vittime e superstiti del rogo al centro commerciale Zimnyaya Vishnya (Ciliegia invernale) di Kemerovo, in Siberia, sono scesi in piazza oggi per chiedere trasparenza da parte delle autorità sulla reale entità della tragedia, in cui domenica hanno perso la vita almeno 64 persone, di cui 41 bambini, rimasti intrappolati tra le fiamme, con le uscite di emergenza sbarrate e il sistema anti-incendio mai entrato in funzione. Il sospetto è che si stia cercando di nascondere il reale bilancio delle vittime.
Il gruppo di lavoro formato dai familiari, per esempio, ha raccolto i dati di almeno 85 persone - di cui la maggior parte tra i 10 e i 13 anni di età - che ancora mancano all'appello.
Putin visita la città ma evita la folla
La folla, riunitasi in piazza dei Soviet, vicino alla sede dell'amministrazione regionale di Kemerovo, ha chiesto per ore a gran voce le dimissioni del governatore Aman Tuleev, ancora mai presentatosi sul luogo dell'incidente. Tra gli slogan più scanditi "verità" e "dimissioni". Qualcuno ha anche urlato "Putin dimettiti", mentre i manifestanti pretendevano di incontrare il presidente, giunto in visita sul luogo del disastro, sotto la spinta dell'indignazione causata in tutto il Paese dalle rivelazioni sull'inadeguatezza dei sistemi di sicurezza dello shopping center.
Il leader del Cremlino ha visitato l'ospedale, dove sono ricoverati alcuni dei superstiti, ma non si è concesso alla folla. Si è però scagliato contro il sindaco di Kemerovo, la "negligenza criminale", che a suo dire ha causato il disastro, e ha promesso indagini accurate e giustizia.
Cosa ci dicono queste proteste sulla Russia
Le proteste di oggi hanno fotografato in modo eloquente il rapporto che in Russia vige, tradizionalmente, tra la società e il potere. Un rapporto, in cui la popolazione si sente spesso abbandonata da autorità sorde alle loro esigenze e richieste. In questo senso, è diventato già un eroe sui social e i media indipendenti Igor Vostrikov, uno dei più attivi nelle proteste di oggi a Kemerovo.
Dal microfono ha denunciato che i familiari delle vittime pensano che il bilancio dei morti sia molto più alto di quello ufficiale, ma il vice governatore Serghei Tsivilyov lo ha accusato di "sfruttare la tragedia per farsi pubblicità". La scena di Vostrikov che urla contro il politico di aver perso nel rogo sua moglie, i suoi tre figli dai sette e i due anni di età e sua sorella ha fatto il giro di internet, diventando virale. "Sono morti, perché erano chiusi dentro il cinema, mi hanno chiamato da lì, chiedendo aiuto dicendo che stavano soffocando. Nessuno li ha aiutati, quando è scoppiato l'incendio, tutti sono scappati via", ha raccontato l'uomo al canale Dozhd.
Le enormi falle nella sicurezza
Nel mirino delle proteste vi è soprattutto il governatore Tuleev, che incontrando oggi Putin ha accusato l'"opposizione" di fomentare le proteste e ha sostenuto che i parenti delle vittime non vi hanno partecipato. "Non siamo l'opposizione, siamo persone uccise dal dolore, venute a cercare la verita'", ha commentato Vostrikov. Gli inquirenti, intanto, non hanno ancora fornito una versione definitiva dell'accaduto, ma è appurato ormai che la strage poteva essere evitata se fossero state rispettate le più basilari norme di sicurezza sia nella costruzione dell'edificio, che nella sua gestione.
Oggi, è stato convalidato l'arresto delle cinque persone, tra manager e guardie del centro commerciale, fermate nell'ambito dell'inchiesta penale aperta sul caso. Tra loro anche la guardia che avrebbe disattivato l'allarme antincendio. L'edificio andato a fuoco, inoltre, è risultato non assicurato. La tragedia di Kemerovo ha lasciato stordito il paese che ora si raccoglie - nelle veglie indette in diverse città, tra cui anche Mosca - a commemorare le piccole vittime di Kemerovo, mentre per domani, solo due giorni dopo la strage, il Cremlino ha indetto il lutto nazionale.
Gli imbarazzanti silenzi dell'Occidente
Intanto la premier britannica Theresa May ha trasmesso le proprie condoglianze a Vladimir Putin dopo 24 ore. Non era sfuggita ad alcuni analisti l'assenza di solidarietà per la strage da parte dei leader occidentali, impegnati a espellere in modo quasi automatico diplomatici russi. E, soprattutto, questo dettaglio non era sfuggito a Mosca, che già ieri lo aveva sottolineato:
"I nostri colleghi occidentali - ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova - hanno fatto quel che hanno fatto in questa giornata (le espulsioni dei diplomatici russi per il caso Skripal, ndr), invece di offrire pietà e condoglianze ai cittadini russi, come farebbe la gente civile". La lettera della May è di oggi, 27 marzo. Il rogo di Kemerovo divampò il 25 marzo, domenica scorsa. Il 26 marzo, già era noto che nell'incendio sono morti decine di bambini.