Khalifa Haftar marcia su Tripoli, ma non è chiaro se per conquistarla o far pesare la propria forza in vista della Conferenza nazionale di pace che avrà inizio il prossimo 14 aprile. "È arrivato il momento di rispondere all'appello dei nostri fratelli a Tripoli, hanno avuto troppa pazienza", ha affermato il capo dell'Esercito nazionale libico (Lna) in un audio che, sulla propria pagina Facebook, definisce gli eventi militari delle ultime ore una tappa della "Operazione per liberare Tripoli".
Le sue truppe sono entrate, tra ieri e oggi, nella città di Garian, 100 chilometri a sud della capitale. "I nostri uomini sono stati accolti in festa dalla popolazione", ha assicurato il portavoce della forze armate, Ahmed al Mismari, aggiungendo che quella in corso è una "campagna per bonificare l'ovest del Paese dalla presenza" di quelle che definisce come le "milizie criminali". Milizie che, però, a Tripoli sono appoggiate dal presidente del Governo di accordo nazionale.
Fayez al Serraj, che mercoledì aveva proclamato lo stato d'emergenza temendo un'offensiva sulla capitale proprio da parte del maresciallo della Cirenaica e oggi ha autorizzato le milizie sotto il proprio comando ad attaccare e bombardare le posizioni appena prese da Haftar. La misura - ha spiegato il premier del Governo di accordo nazionale - mira a "preservare e proteggere civili e infrastrutture da qualsiasi minaccia".
La milizia per la Protezione di Tripoli ha annunciato di essere "in posizione per respingere l'avanzata" dell'Esercito nazionale libico, mentre da Misurata si è fatto sentire il capo del Consiglio militare della città, il generale Ibrahim Ben Rajab: "Siamo pronti a fermare l'avanzata maledetta delle forze del generale Haftar". Nei primi scontri sarebbe morta almeno una persona, un ventenne, secondo il quotidiano libico al Marsad che cita una fonte ospedaliera di Garian.
Le reazioni della comunità internazionale
Le manovre militari di Haftar sono in atto, probabilmente non a caso, nelle stesse ore in cui Antonio Guterres è nella capitale libica. Il segretario generale dell'Onu si è detto "profondamente preoccupato per le manovre militari". Guterres, arrivato ieri sera nel paese africano, ha insistito sul fatto che "non esiste una soluzione militare. Solo il dialogo intra-libico può risolvere i problemi libici" e in un tweet ha invitato quindi alla "calma e moderazione" gli attori del conflitto. "Preoccupazione " è stata espressa anche dalla delegazione dell'Ue in Libia, che lancia l'allarme su una escalation di violenza nel Paese "che potrebbe portare e un conflitto incontrollabile".
In un comunicato congiunto, Italia, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Emirati arabi hanno invitato "tutte le parti" a ridurre "immediatamente le tensioni", che avvengono in una "delicata fase di transizione". "Restiamo uniti nel sostegno al Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite (Srsg) Ghassan Salamè, mentre le Nazioni Unite sono impegnate a superare lo stallo politico in Libia, a migliorare la gestione della transizione e a tracciare un percorso verso elezioni credibili e pacifiche", si legge nella nota congiunta, "tutti gli attori libici dovrebbero lavorare in modo costruttivo con Salamè, mentre le Nazioni Unite completano i preparativi per la conferenza nazionale prevista per il 14-16 aprile".
Non è la prima volta che Haftar annuncia di voler conquistare Tripoli. Nelle ultime settimane, però, il maresciallo aveva accettato di partecipare alla Conferenza, ed era stato l'inviato speciale delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salameh, a dichiarare che all'appuntamento prenderanno parte "tutte le parti libiche senza eccezioni". A febbraio Haftar e al-Serraj si erano incontrati ad Abu Dhabi, e accordati per tenere elezioni generali in Libia e mantenere l'unità del Paese, dopo che un mese prima le milizie del maresciallo avevano preso il controllo della città di Sabha e del maggior giacimento petrolifero del paese, Sharara, nel sud-ovest del paese. Il via libera all'avanzata su Tripoli, secondo il sito di analisi 'Security Libya studies', sarebbe arrivato da Parigi nel corso di un incontro sulla sicurezza a Bengasi.
No di Conte a un intervento militare
Proprio a Parigi si è rivolto Matteo Salvini, invitandola a convergere sull'obiettivo di "stabilizzare" la Libia. "Se Italia e Francia sottoscrivono un accordo in tal senso, la cosa è più semplice", ha detto il vice premier a margine dei lavori del G7 Interno a Parigi. Salvini ha anche riferito che dalla Francia saranno forniti uomini e mezzi navali alla Guardia costiera libica nel quadro di un piano di supporto per il contrasto ai flussi illegali di esseri umani, ma oggi Guterres ha sottolineato: "A questo punto nessuno può dire che la Libia è un porto sicuro".
L'opposizione italiana ha criticato il governo: "Va assolutamente scongiurato il rischio di un'escalation militare su larga scala, favorendo una ripresa del dialogo tra Haftar e Serraj", ha detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. L'esecutivo, ha aggiunto, "riferisca subito in Parlamento". Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, da parte sua, ha escluso un intervento militare: "Ritengo che l'unica opzione davvero sostenibile sia quella che prevede un percorso "politico" condotto sotto la guida delle Nazioni Unite. Le opzioni militari, invece, tanto più se unilaterali, non offrono alcuna garanzia di realizzare soluzioni responsabili e durature".