Aggiornamento delle 20:30 - Il colpo di scena del secondo incontro tra Xi e Kim non è l’unico, sul versante nord-coreano: nell’annunciare il ritiro dall’accordo sul nucleare iraniano, Trump ha anche confermato che il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, è diretto verso Pyongyang, per preparare il summit tra Kim e lo stesso Trump.
A sorpresa, e per la seconda volta in poche settimane, il leader nord-coreano, Kim Jong-un, si è recato in Cina a incontrare il presidente cinese, Xi Jinping. Questa volta Kim non ha viaggiato in treno, ma ha superato la nota idiosincrasia per gli aerei ed è atterrato all’aeroporto di Dalian, nella provincia nord-orientale della Cina, dove è stato ricevuto da Xi.
L’arrivo del volo proveniente da Pyongyang tra massicce misure di sicurezza nella mattinata di martedì 8 maggio, aveva fatto inizialmente supporre che a bordo ci fosse una delegazione di funzionari di alto livello – “un ospite speciale” – ma difficilmente Kim in persona. Invece sull’aereo, come preannunciato da fonti anonime citate dall'agenzia di stampa sud-coreana Yonhap, c’era proprio il giovane leader nord-coreano.
I due presidenti si sono incontrati nella città portuale nota per la costruzione della prima portaerei cinese (il South China Morning Post insiste che Xi abbia scelto come teatro dell'incontro Dalian anche per assistere alle prime prove di navigazione della nave). La conferma è arrivata in serata, in modo sincronizzato, dalle agenzie di stampa statali di entrambi i Paesi.
Stando a quanto scrive l’agenzia Xinhua, che mostra le immagini dei due leader sorridenti a passeggio, Xi e Kim si sono scambiati opinioni sul disarmo nucleare e sul futuro della penisola coreana “in un’atmosfera cordiale e amichevole”. Xi - che ha offerto un banchetto in onore del suo ospite - ha affermato che le relazioni bilaterali tra la Cina e la Corea del Nord sono “irremovibili”.
Il leader nord-coreano ha parlato di “misure cadenzate e sincronizzate” per realizzare la denuclearizzazione e la pace duratura nella penisola coreana; un’espressione che Kim aveva già usato nel corso del primo summit informale con Xi, e che sottintende la fine di quelle che Pyongyang definisce “politiche ostili” e le “minacce alla sicurezza” nei suoi confronti.
Il presidente cinese ha, invece, espresso il sostegno della Cina alla denuclearizzazione della penisola coreana e al summit che vedrà, entro giugno, il leader nord-coreano impegnato in un faccia a faccia con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Forse a Singapore, come ipotizzato da alcuni media sud-coreani (Kim a quel punto non avrebbe problemi a prendere l'aereo).
"Kim è tornato in Cina a incontrarmi dopo 40 giorni singolari in una fase in cui la Penisola sta attraversando cambiamenti profondi e complessi", ha detto il presidente cinese. Secondo alcuni analisti, Kim sarebbe andato a Dalian a chiedere a Xi di uscire presto dal regime sanzionatorio, anche se domenica scorsa aveva puntualizzato che l’abbandono delle armi nucleari da parte del regime non aveva nulla a che fare con la tagliola delle sanzioni, accusando gli Usa di volere fare salire la tensione in vista dell’atteso summit.
L’interpretazione più diffusa vuole che il leader nord-coreano abbia cambiato rapidamente strategia, trasformandosi da leader pazzo a fine diplomatico, dopo aver raggiunto il desiderato status di potenza nucleare, che gli ha consentito di sedersi al tavolo dei grandi con pari dignità, e volendo a quel punto spostare il focus sulle riforme economiche, intralciate dalle sanzioni delle Nazioni Unite, sostenute anche da Pechino. Con l'obiettivo della sopravvivenza del regime.
Il presidente cinese torna a riaffermare la centralità di Pechino, che aveva rischiato la marginalizzazione dopo i primi segnali di distensione tra le due Coree sfociata nella partecipazione di una delegazione nord-coreana alle Olimpiadi Invernali di Pyeongchang. E lo fa alla vigilia di un importante viaggio che porterà il premier Li Keqiang a Tokyo a incontrare il presidente sud-coreano Moon Jae-in, artefice indiscusso del disgelo coreano, e il primo ministro nipponico, Shinzo Abe (proprio l'agenzia giapponese Kyodo aveva ipotizzato la presenza di Kim sul volo non regolare dell'agenzia nordcoreana Air Koryo).
Il vertice trilaterale avrà come oggetto anche la denuclearizzazione: punto rimasto oscuro nella dichiarazione di Panmunjom con cui si è concluso il summit inter-coreano il 27 aprile scorso.
L'incontro è il secondo tra i due in poche settimane, dopo la prima visita a Pechino, sempre a sorpresa, di Kim (giunto in treno), avvenuta a fine marzo, durante la quale il leader nord-coreano aveva espresso a Xi il desiderio di procedere verso la denuclearizzazione. Il presidente cinese aveva riaffermato il ruolo centrale di Pechino nella penisola coreana, a un mese dallo storico summit inter-coreano che ha spianato la strada a un trattato di pace tra le due Coree e al graduale disarmo nucleare (le cui modalità restano poco chiare).
I media di stato cinesi hanno sottolineato come la visita di Kim, che si fermerà a Dalian una notte, sarà ben più lunga di quella sud-coreana. Xi Jinping starebbe programmando un viaggio a Pyongyang entro giugno per ricambiare la visita del leader nord-coreano.
Trump, a breve distanza dal vertice Xi-Kim a Dalian, ha preannunciato su Twitter una telefonata con il presidente cinese, che da tempo definisce suo amico. "Gli argomenti principali saranno il commercio, dove accadranno buone cose, e la Corea del Nord dove si stano costruendo relazioni e fiducia", ha scritto Trump.
Del colloquio telefonico tra i due leader, svoltosi nella serata (ora cinese), ha dato conto la televisione di stato cinese. La Cina sostiene il summit tra Trump e Kim e vuole cercare soluzioni di “reciproco beneficio” per risolvere le dispute commerciali in corso con gli Stati Uniti, ha dichiarato Xi Jinping.
La Cina è a favore del summit tra Trump e Kim e auspica che Stati Uniti e Corea del Nord possano “costruire un rapporto di fiducia”, sottolinea il comunicato sulla telefonata diffuso dai media cinesi. Xi ha poi auspicato che gli Stati Uniti possano tenere conto delle “legittime preoccupazioni legate alla sicurezza” della Corea del Nord.
Trump, nella nota emessa dalla parte cinese, ha sottolineato l’attenzione degli Stati Uniti alla posizione della Cina rispetto alla questione nord-coreana, e ha manifestato l’intenzione di rafforzare la comunicazione e il coordinamento con la Cina
Gli Stati Uniti, però, chiedono alla Cina di esercitare la propria influenza su Pyongyang soprattutto per convincere il regime alla denuclearizzazione, ha dichiarato la portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Katina Adams, in una nota ripresa dall’agenzia di stampa sud-coreana Yonhap, mentre il nuovo segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, è nuovamente diretto a Pyongyang per preparare il summit tra Trump e Kim.
Sul versante commerciale, invece, sono ancora aperte le tensioni tra le due principali economie del pianeta, dopo la prima inconcludente tornata di colloqui, e mentre il vice premier Liu He, advisor economico di Xi, a capo della delegazione che aveva ricevuto a Pechino i funzionari statunitensi guidati da Steve Mnuchin, si prepara ad andare a Washington la prossima settimana per continuare le negoziazioni.