Un altro colpo alla moda delle pellicce. Jean Paul Gaultier oggi ha detto che la sua casa di moda non ne produrrà più: "La pelliccia oggi è morta come i poveri animali da cui è stata rubata" (Repubblica).
Non c’è un comunicato ufficiale per ora, ma parlando al programma televisivo Bonsoir! su Canal+, tv francese, il fondatore della casa di moda ha annunciato quello che sarà fatto dalla sua azienda.
"È vero che la pelliccia animale è più sensuale di quella sintetica, è brutto da dire", ha spiegato, "Ma ci si può scaldare anche in altri modi. Può essere che si andrà verso una parte creativa che non farà del male, perché il modo in cui gli animali vengono uccisi per la loro pelliccia è deplorevole".
Esulta per le parole dello stilista il PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) che sul proprio sito celebra la scelta di Gaultier con grande entusiasmo. Proprio nel 2006, Ingrid Newkirk, fondatrice dell'organizzazione aveva fatto irruzione in una delle sfilate della celebre maison francese, come segno di protesta per il largo uso di pellicce nella collezione (Huffington Post).
“La perseveranza della PETA unita a una crescente sensibilità al tema dell’ecologia nell’industria della moda ha portato numerosi stilisti a rinunciare alla pelliccia”, scrive Repubblica: Armani, Versace, Ralph Lauren, Gucci, Burberry. Ma anche marchi come Asos, H&M, GAP, Diane von Furstenberg, Bershka, Adidas, Zara, Mango e Cos. Una lista di oltre 280 brand che ha dato una svolta green alla propria produzione.
Ma, nonostante la buona notizia, resta il problema delle pellicce sintetiche, prodotta con fibre derivate dal petrolio che nella maggior parte dei casi hanno un impatto ambientale molto alto, mentre quella definita ecologica è prodotta prevalentemente a base di cotone la cui coltivazione intensiva ha però un impatto ambientale altissimo, scrive il quotidiano.