A 47 giorni di distanza dalla liberazione di Sergio Zanotti, un altro italiano rapito in Siria è tornato a casa. Il 32enne bresciano Alessandro Sandrini era stato sequestrato nel 2016, come l'imprenditore lombardo. ma in Turchia, ad Adana, vicino al confine con la Siria, ha dichiarato lo stesso Sandrini, prima di rientrare a Ciampino, dove il personale dell'Aise del generale Luciano Carta lo ha affidato alla magistratura romana.
"Ho perso la strada per l'hotel e camminavo per le vie di Adana. Mi sono sentito mettere qualcosa sul volto. Mi sono sentito drogato, mi sono addormentato e mi sono risvegliato in una stanza con due persone incappucciate e armate", ha raccontato in una conferenza stampa a Bab al-Hawa, nel nord della Siria.
Il 32enne era nelle mani di una "banda criminale", ha riferito il 'Governo di salvezza' di Idlib, messo in piedi dalle milizie qaediste Hts (Hayat Tahrir al-Sham, Organizzazione per la liberazione del Levante), annunciando il rilascio. I contatti con i rapitori sono avvenuti tramite "informatori" e c'è stato un negoziato fino a quando "l'ostaggio è stato rilasciato", ha spiegato un portavoce.
La liberazione dopo un sequestro durato due anni e mezzo, ha spiegato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è avvenuta "al termine di un'articolata attività condotta, in territorio estero, in maniera coordinata e sinergica dall'intelligence italiana, dalla polizia giudiziaria e dall'unità di crisi della Farnesina".
Nel luglio del 2018 Sandrini era apparso in un video accanto a due uomini armati, kalashnikov e coltelli puntati contro, e, vestito con una tuta arancione come i prigionieri occidentali dell'Isis: "Chiedo all'Italia di aiutarmi, di mettere fine a questa situazione in tempi rapidi. Da due anni sono in carcere, non ce la faccio più", implorava.
Idlib e l'omonima provincia nord-occidentale sono l'ultima roccaforte ribelle in Siria, devastata da una guerra civile cominciata nel marzo 2011. Hay'at Tahrir al-Sham, erede salafita di Jabhat al-Nusra, compare nella lista nera del terrorismo internazionale del Dipartimento di Stato Usa. La provincia è al centro di un'offensiva militare del regime, che anche in questa occasione si serve del sostegno russo.
Sandrini in una telefonata alla madre, concessagli dai rapitori, sostenne di essere stato rapito per strada la sera del 4 ottobre del 2016. Sarà sentito dai magistrati della procura di Roma che indagano per sequestro di persona con finalità di terrorismo. Poi dovrà affrontare un processo per ricettazione e un altro per rapina. I fatti si riferiscono a una denuncia per aver tentato di vendere a cinesi dei tablet rubati a Desenzano del Garda; l'accusa di rapina riguarda fatti avvenuti nel 2016, prima di sparire.