Critici con l'Europa, ma assolutamente determinati a rimanere nell'Unione europea: una maggioranza schiacciante degli italiani e dei tedeschi - rispettivamente il 64,9% e il 70,7% - vuole restare nella Ue, contro un 26% e un 19% che vuole uscirne. Idem la moneta unica: il 63,8% degli italiani e, meno sorprendentemente, il 64,1% dei tedeschi non intende affatto uscire dall'euro, opzione considerata solo dal 26,9% e 25,7% rispettivamente.
È il ritratto degli italiani per come emerge da un sondaggio Tecnè realizzato per conto della tedesca Friedrich-Ebert Stiftung e della Fondazione Giuseppe Di Vittorio, volto a confrontare le differenze e le similitudini tra Germania e Italia rispetto a quella che è "l'idea di Europa". Uno studio che riserva non poche sorprese. Per esempio, alla domanda su quali siano i cinque problemi più impellenti che l'Ue dovrebbe affrontare, il 67,8% degli interpellati in Italia mette al primo posto la mancanza di lavoro, seguita dal 52,2% che dà come risposta "le tasse troppo elevate".
Non figura tra le prime cinque la questione dell'immigrazione, invece così presente nel nostro dibattito pubblico, un tema che invece occupa il primo posto per quasi la metà dei tedeschi, ossia il 49,7%, che vedono come seconda questione più urgente "le pensioni troppo basse".
Coerentemente alla domanda su quali siano le principali sfide dell'Europa, il 22,9% dei nostri compatrioti risponde "far crescere l'economia", mentre il 42,6% dei tedeschi vuole "trovare una soluzione condivisa al problema dell'immigrazione", che è invece la priorità solo per il 15,7% degli italiani. In apparenza contraddittorio rispetto alla ferrea volontà di restare nell'Ue è il dato per cui il 46,5% degli italiani ritiene "più uno svantaggio" far parte dell'Unione, al contrario dei tedeschi, che al 60,4% ritengono che sia un vantaggio. Idem l'euro, un vantaggio per il 57,5% degli interpellati in Germania, contro il 40,6% in Italia, mentre rappresenta uno svantaggio per il 48,2% nel Bel Paese e per il 35,3% nella patria di Goethe.
Non solo. Dallo studio sembra emergere una decisa corrispondenza tra la fiducia - o meno - nella situazione economica del proprio Paese e la fiducia nel progetto europeo. Solo il 9,1% degli italiani vede migliorata la condizione economica del proprio Paese rispetto a 12 mesi fa, contro un ben più solido 29,9% dei tedeschi, mentre è il 45,2% degli intervistati in Italia a considerarla peggiorata, contro il 33,8% delle persone interpellate in Germania.
Da notare che se la domanda è se nello stesso lasso di tempo sia migliorata la propria condizione economica, la percentuale si riduce al 4,1% degli italiani contro il 32% dei tedeschi. E ancora: in Italia si definisce "europeista" addirittura il 78,5% di chi si colloca in una fascia socio-economica "alta" (si cala al 60,6% in Germania), percentuale che scende drammaticamente, ossia al 27,4%, per coloro che si collocano nella fascia "bassa" nel nostro Paese (contro un più solido 42,3% nella Repubblica federale).
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Peraltro, sia italiani che tedeschi si considerano contribuenti netti molto generosi nei confronti dell'Ue, ossia di trasferire all'Europa più di quanto ricevano: il 58,4% in Italia e il 69,3% in Germania. Significativo anche dato sulla diversa percezione della capacità di incidere nei processi europei: solo il 16,1% degli italiani ritiene che il proprio Paese abbia una "grande influenza" sulle decisioni prese a livello europeo contro uno schiacciante 64,7% dei tedeschi. Numeri che lievitano solo in Italia quando l'affermazione è "far parte dell'Ue è importante per la crescita economica del mio Paese": 45,8% contro il 64,5% della Germania.